Dichiarazione precompilata 2018 al via. Da oggi i contribuenti potranno accedere via Web ai modelli precompilati dall'Agenzia delle entrate. È il quarto anno di sperimentazione della dichiarazione online. Tra le novità, i contribuenti troveranno il dettaglio di come sono state utilizzate dallo Stato le proprie imposte. Poi ci saranno informazioni su alcune agevolazioni fiscali che ancora non rientravano tra i dati già disponibili, ad esempio saranno incluse le spese sostenute dalle famiglie per gli asili nido. Poi le donazioni al terzo settore.
In tutto quest'anno saranno caricati poco meno di un miliardo di dati dei contribuenti. La maggior parte sono informazioni sulle spese mediche (720 milioni di dati), in crescita del 4,3% rispetto a quelli trasmessi nel 2017. In aumento anche il numero di dati sui bonifici per ristrutturazioni edilizie, che raggiungono quota 16 milioni (+1,5%).
In tutto sono stati predisposti 20 milioni di modelli 730 e 10 milioni di modelli Redditi Pf (ex Unico), corredati di tutte le informazioni inserite e non inserite e dalle relative fonti.
Tra le novità tecniche, l'Agenzia delle Entrate ha annunciato l'introduzione di una funzione di compilazione assistita che dovrebbe rendere più semplice l'operazione anche per un privato.
Da oggi si possono compilare e modificare. La finestra per l'invio dei 730 è tra il due maggio e il 23 luglio. Anche il modello Redditi può essere modificato dal 2 maggio, ma può essere trasmesso dal 10 maggio al 31 ottobre.
I contribuenti possono accedere alla propria dichiarazione precompilata tramite il Sistema pubblico per l'identità digitale (Spid), con le credenziali dei servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate, con il Pin rilasciato dall'Inps, e con le credenziali di tipo dispositivo rilasciate dal Sistema Informativo di gestione e amministrazione del personale della pubblica amministrazione (NoiPA) oppure utilizzando la Carta Nazionale dei Servizi. Inoltre, i contribuenti hanno la possibilità di rivolgersi a un Caf o di delegare un professionista.
Tra le novità di quest'anno c'è appunto la possibilità per i contribuenti di conoscere, per quanto riguarda la propria quota parte, dove sono andati i soldi delle imposte. Quanto per la sanità pubblica, per la previdenza, per l'istruzione, per la sicurezza, per l'ordine pubblico, per i trasporti, per la cultura, per la protezione del territorio, ma anche per il pagamento degli interessi del debito pubblico o la quota di contributi all'Ue.
Le dichiarazioni dei redditi sono anche lo specchio della crisi del Paese. Dall'analisi dei modelli degli ultimi otto anni secondo un'elaborazione dell'agenzia Adnkronos, emerge che il reddito medio degli italiani ha dal 2008 al 2016 è cresciuto di poco più 2.000. Nel 2016 si è attestato a 20.940 euro, con un incremento medio dell'11%.
Colpisce il dato sul numero di dichiarazioni dei redditi presentate, sceso di 1,2 milioni. Dai 41,5 milioni del 2008 ai 40,3 milioni del 2016. La Calabria si conferma la regione con i redditi più bassi d'Italia. Rispetto ai più ricchi del paese, i lombardi, la differenza nel 2008 era di 9.070 euro (22.540 euro contro 13.470 euro). Nel tempo la distanza è aumentata di un altro 37,3 per cento, arrivando a 12.450 euro (24.750 euro contro 14.950 euro).
Le differenze tra il nord e il sud si notano anche quando si vanno a leggere i dati sul numero di soggetti che ha presentato la dichiarazione dei redditi, che in Lombardia è diminuito solo dell'1 per cento mentre in Calabria ha subito una riduzione del 6,3 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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