Omicidio-suicidio l'ipotesi più forte. Le altre piste: animali o un killer

Il ritrovamento del bimbo non chiude l'inchiesta. Centrale la fragilità psicologica di Viviana, che temeva di essere seguita. Poco probabile un incontro "sfortunato"

Omicidio-suicidio l'ipotesi più forte. Le altre piste: animali o un killer

È tutto finito. Il piccolo Gioele di 4 anni scomparso il 3 agosto con mamma Viviana è morto. Dopo 16 giorni di ricerche ieri hanno trovato i suoi resti. La speranza di trovarlo vivo era fievole, quasi nulla, ma si continuava a sperare di rivedere splendere quegli occhi azzurri e quel sorriso luminoso in braccio a papà Daniele. Non avverrà. Oggi è il tempo del dolore, che non può prescindere dallo sforzarsi di capire cosa sia accaduto.

FIGLICIDIO-SUICIDIO

È un'ipotesi considerata sin dall'inizio dell'inchiesta aperta dalla procura di Patti. Viviana uccide Gioele e poi si toglie la vita, forse lanciandosi dal traliccio dell'alta tensione sotto il quale è stata rinvenuta morta. Ma perché avrebbe ucciso il figlio che tanto amava? E come lo avrebbe fatto? A quest'ultima domanda risponderà l'autopsia sui resti del corpicino rinvenuto che sarà effettuata a breve. Sul perché, si può azzardare che abbia concorso «la fragilità» di cui ha parlato il procuratore Angelo Cavallo, che ha sottolineato diverse volte la «situazione psicologica complessa» di Viviana, che durante il lockdown aveva esternato il timore di essere pedinata e i medici le avevano diagnosticato «manie di persecuzione». Questa fragilità da sola spiega il figlicidio? Forse qualcosa è scattata nella mente di Viviana dopo l'incidente provocato in galleria, magari per timore che sarebbe emersa la bugia rifilata al marito riguardo al fatto che non stava andando in un centro commerciale ma forse alla Piramide della luce.

VIVIANA FUGGIVA

Viviana aveva il timore di essere seguita. Secondo gli investigatori non risulta che ci fossero auto che la inseguivano e, tra l'altro, l'andatura sostenuta in galleria conferma che fino al momento dell'incidente Viviana era serena. Forse l'incidente le ha fatto credere di essere seguita e ha deciso di nascondersi. Il turista che l'ha vista mentre si addentrava nell'area boschiva ha detto che era «agitata» e il suo atteggiamento era protettivo nei confronti di Gioele. Su Facebook Viviana scriveva di voler proteggere il figlio. Chissà se, nella sua mente, non lo abbia fatto uccidendolo.

MORTE DI GIOELE-SUICIDIO

Il bambino viene attaccato da animali selvatici. Nei giorni scorsi si è parlato anche di due rottweiler in un agriturismo, ma secondo gli uomini impegnati nelle ricerche il cane è uno e sembra pacifico. Viviana, non riuscendo a salvarlo, si toglie la vita lanciandosi dal traliccio dell'Enel. Ma perché si è spinta in quell'area impervia? Una parte dei resti del piccolo è stata rinvenuta a circa un chilometro dall'A20 Messina-Palermo, da dove il 3 agosto Viviana si è inoltrata nell'area boschiva con Gioele. La testa era più distante. Il bambino, quindi, è stato dilaniato e poi trascinato dagli animali, morto o vivo.

CADUTA DI VIVIANA

E MORTE DI GIOELE

Viviana ha un malore o cade, forse dal traliccio sul quale si è arrampicata per vedere qualcosa. Gioele non sa dove andare e se è vero che la donna non sia morta sul colpo, va in cerca di aiuto o girovaga impaurito. Muore di stenti o gli animali lo uccidono.

OMICIDIO

La procura non ha mai escluso l'omicidio, infatti ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio e sequestro.

Un'ipotesi che sembrerebbe meno plausibile a meno che i timori di Viviana di essere pedinata non fossero fondati. «Potrebbe avere fatto un incontro sfortunato», diceva il procuratore. Anche se appare poco probabile che una donna e un bambino persi in una zona impervia trovino l'uomo nero ad attenderli al varco.

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