Ordine di servizio ai militanti: infangate i candidati avversari

Sms sulla chat dei politici grillini in Veneto: "Cercate foto imbarazzanti e nefandezze. Tirate fuori il peggio"

Ordine di servizio ai militanti: infangate i candidati avversari

Era il 2 aprile 2014 quando Gianroberto Casaleggio avvertiva i «professionisti del fango» attivi in vista delle elezioni europee a tenersi alla larga dalla sua «società» e dalla sua «famiglia». Oggi, gli ingranaggi di quella macchina sono stati messi in moto dallo stesso Movimento da lui fondato per demolire da qui al 4 marzo gli avversari degli altri partiti. Non tanto a colpi di programma, ma di «foto imbarazzanti» e di «nefandezze». La campagna di dossieraggio, come già è stata ribattezzata, comincia dal Veneto dove ieri è scoppiato il caso per un messaggio spedito dall'addetto alla comunicazione del M5s in regione a tutti i candidati locali e loro collaboratori, e intercettato dal Gazzettino: «In questa campagna elettorale faremo molta comunicazione negativa sui partiti e sui candidati che corrono in Veneto si legge - Quindi ognuno di voi va a cercarsi, questo vale sia per l'uninominale che per il plurinominale, i diretti concorrenti e tira fuori tutto il peggio che si può tirare fuori. Nefandezze, foto imbarazzanti, dichiarazioni, tutto quello che può servire a fare campagna negativa su di loro prosegue - I nomi sono pubblicati su tutti i giornali. Buon divertimento». Le istruzioni apparse sui display delle 75 persone parte del gruppo Telegram formato dai candidati sono precise: obiettivo «comunicazione negativa». Ma più che un banale suggerimento di strategia elettorale, appare come un sollecito a scavare sistematicamente sulle vite degli sfidanti.

Ironia della sorte, l'autore delle disposizioni è Ferdinando Garavello, 42 anni, addetto stampa regionale dei Cinque stelle ma anche giornalista e collaboratore dello stesso quotidiano che ha rivelato l'sms, dal quale viene precisato che «Garavello si occupa solamente di cronaca nera», non di politica, per evidenti motivi. E così alla soffiata, sono seguite ore di imbarazzo per il responsabile che ha oscurato la pagina Facebook e si è preso la responsabilità dell'iniziativa. Insomma, l'ordine, con quelle parole, non sarebbe arrivato dall'alto. Ma non è arrivata alcuna precisazione né presa di distanza da parte dei vertici che ieri avevano altro di cui occuparsi vista l'ennesima mina deflagrata per Dessì. È bastata quella del diretto interessato, che al suo stesso giornale ha giustificato tutto come «operazione di trasparenza», gestita in autonomia ma in perfetta narrazione grillina: «È giusto che i cittadini sappiano chi va a chiedere il loro voto e chi si propone per rappresentarli nelle istituzioni. Conoscere a fondo i propri avversari, in particolare nel sistema dei collegi uninominali, aiuterà certamente i candidati nella campagna elettorale. Anche perché c'è chi di sicuro sta facendo la stessa operazione di trasparenza col M5s».

Di sicuro pare che non la stia facendo il Movimento su se stesso, a vedere gli strascichi sulla composizione delle liste e le epurazioni ex post. Furiosi i rivali, da Forza Italia, ca Liberi e uguali: «Squallore». «Dal Movimento 5 stelle in Veneto - tuona Renato Brunetta - una schifosa caccia alle streghe. Che dice il candidato premier Luigi Di Maio?» Prova a ridimensionare il deputato M5s uscente e ricandidato Marco Brugnerotto: «Istruzioni male interpretate».

E il M5s veneto: «Il sistema ha paura del M5s ed è uscito allo scoperto per attaccarci con la sua arma più forte, quella della disinformazione. Ma non accetteremo sermoni da chi ha fatto delle fake news e della manipolazione sistematica delle notizie una fonte di sostentamento».

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