In ospedale con la moglie: "È morta cadendo in casa". Fermato per femminicidio

I medici si sono insospettiti e lo hanno segnalato. L'uomo, 73 anni, l'avrebbe uccisa con una padella

In ospedale con la moglie: "È morta cadendo in casa". Fermato per femminicidio
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La uccide a colpi di padella. Poi la carica in auto e la porta in ospedale. «Ha avuto un malore, è caduta per le scale», spiega ai medici di Civita Castellana un uomo di 73 anni. Tutt'altro per i sanitari che, per il tipo di lesioni riscontrate alla testa, non credono a un incidente domestico. E avvertono i carabinieri. I militari di Rignano Flaminio, arrivati nell'abitazione della coppia, trovano utensili da cucina intrisi di sangue e varie tracce ematiche. Ieri il fermo di Giulio Camilli per omicidio volontario aggravato della moglie Rosa D'Ascenzo, 71 anni.

Il primo femminicidio del 2024 si consuma in un casolare fatiscente in una vallata di Sant'Oreste, sotto le pendici del monte Soratte, provincia di Roma. Sono le 21,45 di Capodanno quando Camilli, un pastore che alleva pecore e mucche, si presenta al Dea della cittadina viterbese. La donna è cadavere già da un pezzo quando provano, inutilmente, a rianimarla. Pochi i dubbi su quanto accaduto nonostante il 73enne, portato in caserma, ripeta la storia del malore. Un uomo litigioso, Camilli, tanto che in passato i carabinieri gli sequestrano varie armi anche se, precisa la Procura di Tivoli, nessun episodio pregresso di maltrattamenti e violenze a suo carico. Quando i carabinieri raggiungono l'abitazione della coppia, sperduta in una vallata raggiungibile su strade sterrate e mulattiere, trovano una situazione a dir poco fatiscente. Le condizioni igienico sanitarie del casolare sono disastrose, nell'appezzamento di Camilli, oltre alle pecore, ci sono mucche da latte, galline e un cavallo. Nei mesi scorsi il Comune prova ad aiutarli inviando loro i servizi sociali. Tutti cacciati in malo modo dall'uomo che rifiuta ogni assistenza. Un solo figlio che, nonostante sia andato via da anni, è sempre in contatto con i genitori. «Una scelta di vita la loro», ripetono all'infinito gli amministratori della cittadina tra la via Flaminia e l'Autostrada del Sole, quasi a giustificare la situazione di degrado in cui viveva la famiglia. Sperduti fra le campagne e una vallata che in inverno è completamente isolata.

Difficile, in questo scenario, denunciare abusi e violenze domestiche, tanto che gli inquirenti stanno cercando di capire, anche ascoltando il figlio, se ci siano stati altri episodi di maltrattamenti da parte dell'uomo nei confronti della donna. Un'indagine lampo per i carabinieri di Rignano Flaminio e di Bracciano, che hanno raccolto elementi a sufficienza per emettere il decreto di fermo per omicidio.

«La prima raccolta indiziaria - spiega il procuratore di Tivoli, Andrea Calice - si è conclusa in meno di 24 ore. Sono in corso altri accertamenti di natura tecnica per la completa ricostruzione dei fatti, comprese antecedenti violenze domestiche di qualunque natura per verificare se vi fossero segnali o fattori di rischio».

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