Pace, Mosca chiude. E il Belgio indaga sui soldi russi in Ue

Pace, Mosca chiude. E il Belgio indaga sui soldi russi in Ue
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Parlare di pace mentre continuano a piovere bombe e missili può sembrare paradossale. E, almeno in questo, dalle parti del Cremlino sono coerenti: parlare di pace, per loro, è pressoché inutile. Lo conferma il capo della diplomazia di Mosca Sergei Lavrov, che riguardo la conferenza di pace organizzata in Svizzera a metà giugno dice sprezzante: «È una strada verso il nulla se organizzata senza la Russia». «Non vediamo alcun desiderio né a Kiev né da parte dei suoi alleati, di trattare onestamente, non ci inviteranno», ha aggiunto, quasi fingendo che il conflitto in essere sia tale proprio perché il suo Paese ha invaso l'Ucraina. Mette le mani avanti Lavrov, perché in realtà la Svizzera non ha preso ancora nessuna decisione riguardo la partecipazione della Russia al summit. Spiega il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassi che «il fatto che Putin abbia menzionato per la prima volta la conferenza di pace sull'Ucraina che si terrà in Svizzera a giugno è un buon segno. Analizzeremo le varie reazioni e decideremo i passi migliori da compiere nei prossimi giorni», aprendo uno spiraglio che pare però lontano dalla realtà.

Lo dimostra anche la visita a Mosca del presidente bielorusso Lukashenko, fedelissimo alleato di Putin. «In Svizzera potranno solo concordare come intensificare l'escalation di questo conflitto»m, ha detto, recitando poi la parte del buono attaccando la Francia cattiva («loro stanno cercando di spaventarci dicendo che la Bielorussia entrerà in guerra») e confermando invece che «è una completa bugia. Non abbiamo mai nemmeno discusso di questo problema». Ma il mirino sulla Francia lo mette anche la Russia, ovviamente, che ha convocato l'ambasciatore francese per protestare contro recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri Stéphane Séjourné. Il ministro ha detto che «Parigi non è più interessata a discutere con Mosca», che replica definendo «inaccettabili» tali dichiarazioni. Come se il dialogo fosse tra le caratteristiche principali dell'attività sul campo di Mosca. A far irritare la Russia anche il regno Unito, che sta valutando la possibilità di fornire all'Ucraina un prototipo del laser da combattimento «DragonFire», capace di abbattere droni e missili.

Intanto è ufficiale l'apertura di un indagine in Belgio riguardo le reti di propaganda russa scoperte e stroncate nelle scorse settimane da parte dei servizi segreti di Bruxelles e della Repubblica Ceca. Il primo ministro belga Alexander De Croo ha spiegato che «secondo i nostri servizi segreti, gli obiettivi di Mosca sono molto chiari: contribuire all'elezione del maggior numero di candidati filorussi al Parlamento europeo e di rafforzare una certa narrativa filorussa in questa istituzione.

«Abbiamo la responsabilità di garantire il diritto di ogni cittadino a un voto libero e sicuro», ha aggiunto. Il tema sarà discusso anche al Consiglio europeo della prossima settimana. Qualcosa di ben lontano dall'ipotesi di un dialogo verso la pace.

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