La senatrice Paola Binetti sponsor del premier Conte

La senatrice Binetti avvicinata dalla maggiornaza giallorossa. La sua storia rutelliana e le sue ambizioni governative

La senatrice Paola Binetti sponsor del premier Conte

Paola Binetti, medico e neuropsichiatra infantile, legata all’Opus Dei per conto della quale dirige il Dipartimento Ricerca educativa e Didattica del dell'Università Campus Bio-Medico di Roma.

Chi ha lavorato con la senatrice Binetti la dipinge come una professionista instancabile, sempre preparata, gentile e disponibile ma che non ama lasciarsi andare a confidenze private. Una vera democristiana, che sa dosare bene le parole evitando i toni netti, e dunque chiari, ma preferisce lasciare sempre lo spazio per il dialogo e il confronto.

Le senatrice Binetti è finita al centro della cronaca politica perché in predicato di entrare in maggioranza, e, forse, anche nel governo Conte in qualità di ministro della famiglia.

L’accoglienza di questa eventualità da parte del mondo cattolico non è delle più calde. “In questo tipo di maggioranza - dice al giornale.it Virginia Coda Nunziante, Presidente della Marcia per la Vita - credo che il mondo cattolico non possa essere favorevole, in linea di massima. Poi il mondo cattolico è estremamente variegato, ormai è molto diviso. Ma, sa, dal momento che in passato ha aderito al PD ogni scenario è stato possibile. Ogni scelta in questo senso stupisce ma fino a un certo punto”.

La senatrice Binetti, tuttavia, ha allontanato le tentazioni del Conte bis ma ha lasciato una porta aperta all’ipotesi di un Conte ter, che preveda, magari, un rimpasto giù profondo.

Nata e cresciuta a Roma, cattolica più che fervente tanto da dormire su una tavola di legno e da indossare occasionalmente il cilicio, contraria all’eutanasia, alla droga, all’uso della pillola Ru486, ai Pacs ma sempre con lo sguardo rivolto a sinistra.

L’incontro con la politica praticata arriva nel 2006 quando entra in Parlamento tra le fila della Margherita andandoo a costituire il gruppo dei Teodem. “Io conosco Paola Binetti molto bene da ormai un quarto di secolo - dice al. giornale.it Mario Adolfi, Presidente del Popolo della Famiglia -. Sono stato il primo a intervistarla quando prese la decisione di scendere in politica candidandosi con la Margherita. Era una senatrice rutelliana. Ha sempre avuto questa tendenza, un po’ anomala per il mondo dell’Opus Dei di essere attratta a sinistra e io che, che pure allora ero un militante di quell’area, le dissi di stare molto attenta perché vi erano delle oggettive incompatibilità, le dissi che stava andando in mezzo ai lupi perché in quel contesto non sarebbe stata tranquilla. Invece lei ha sempre avuto la tendenza di a ritrovarsi, secondo me molto innaturalmente, alleata con ambienti di sinistra”.

Una cattolica di sinistra che strizza l’occhio all’idea di fare il ministro della famiglia di un governo che fa della mediazione il suo tratto distintivo ma che farebbe davvero fatica ad accettare le posizioni radicali della senatrice Binetti. Nel 2007 la senatrice venne denunciata dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli per aver affermato nel corso di Tetris, una trasmissione che andava in onda su La7, che l’omosessualità sarebbe una “devianza della personalità”. “Paola è convinta di poter fare il ministro della famiglia in un governo che però è completamente inadatto alle sue idee - continua Adinolfi -. La famiglia nella quale crede questo governo è assolutamente diversa da quella in cui crede la senatrice Binetti. Paola ha le mie stesse posizioni, ha le stesse posizioni del Popolo della famiglia, è totalmente incompatibile con l’attuale maggioranza. Paola ha la sensazione di poter arricchire con una posizione diversa l’offerta politica dell’attuale maggioranza. Questo è un errore che io addebito alla sua ingenuità perché tutto sommato Paola Binetti è una persona politicamente ingenua e si troverà a trovarsi in posizione molto scomoda”.

Ingenuità che si accompagna certo all’ambizione di ricoprire un ruolo governativo, tassello che manca nella sua seppur brillante carriera professionale e politica. “Paola ha un po’ d’ambizione, sicuramente è una a cui la politica è piaciuta. Nel corso della nostra prima intervista le dissi che sarebbe rimasta molto delusa dall’ambiente politico - continua a raccontarci Adinolfi -. Invece ci ha preso gusto, diciamo così. Leggo un elemento di ambizione che lei ha sempre avuto per arrivare a rivestire un ruolo di governo per il quale è tagliata, in quanto donna molto concreta, un medico, una persona di enorme spessore professionale e quindi in questa fase pandemica un medico come ministro della famiglia non dispiacerebbe quindi sarebbe nelle sue corde”.

Nel film “L’avvocato del Diavolo” è proprio l’ambizione la leva sulla quale spinge un maligno Al Pacino per assicurare alla dannazione eterna l’anima di Keanu Reeves.

Io le consiglierei di restare all’opposizione dei giallorossi perché viceversa si ritroverebbe in un contesto diabolico che non sarebbe in grado di gestire e in cui le sue ambizioni potrebbero rischiare di divorarla - conclude Adinolfi -.

Il consiglio che le da un amico e tutto il popolo della famiglia è di non far prevalere la propria personale ambizione su una capacità di lettura politica complessiva che rende evidente l’incompatibilità tra le posizioni binettiane e quelle dei grillini e del PD”.

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