Paola Taverna: "Ecco perché vogliamo l'alleanza col Pd"

Paola Taverna spiega la svolta a sinistra del M5S: "Siamo maturati, ora dobbiamo mettere tutti una linea di demarcazione. Vanno messe da parte le vecchie scaramucce, per cercare soluzioni e punti di convergenza"

Paola Taverna: "Ecco perché vogliamo l'alleanza col Pd"

“Aprendo a tutto il Pd abbiamo dimostrato la nostra maturità. Ma noi vogliamo accordarci con chi vuole fare qualcosa per il Paese, e questo va oltre i partiti”. Così Paola Taverna, vicepresidente del Senato, spiega al Fatto quotidiano la "svolta a sinistra" del Movimento Cinque Stelle.


"Il Pd ha tante anime, e ci rivolgiamo a tutte, con responsabilità. Dopodiché non penso che il loro partito possa essere ancora vincolato solo a un segretario uscente. Noi ci rivolgiamo ufficialmente al Pd innanzitutto nella figura del segretario reggente, Maurizio Martina", spiega la Taverna che, però, non rinnega le critiche, anche molto accese, che ha rivolto in questi anni ai democratici: "Era un’altra epoca e un’altra fase politica. Eravamo appena entrati in Parlamento, e il dibattito politico era molto forte, da entrambe le parti". Adesso, invece, la situazione è cambiata: "Siamo maturati, ora - sottolinea- dobbiamo mettere tutti una linea di demarcazione. Vanno messe da parte le vecchie scaramucce, per cercare soluzioni e punti di convergenza". Secondo la Taverna si deve "partire dalla lotta alla povertà"perché "è il Paese che ci chiede di fare cose, contro la burocrazia e per il lavoro. Non possono essere più i partiti a dettare l’agenda". La sua speranza è, dunque, quella che il Pd smetta di litigare e trovi una sua unità interna e, a Salvini propone di scegliere "il cambiamento" che non è attuabile con Berlusconi e, pertanto il no a Forza Italia “rimane un no, non trattabile”.

"E comunque Di Maio è stato molto chiaro: noi vogliamo fare un contratto di governo sui temi per il Paese, e ci aspettiamo una risposta, o dal Pd o dalla Lega. Vediamo chi ci sta, e decidiamo assieme i punti fondamentali. Di sicuro - conclude - non si può prescindere dal M5S: abbiamo preso il 32,5 per cento dei voti, e per fare un governo bisogna passare da noi”.

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