
In un «mondo a pezzi» c'è bisogno di «lacrime sincere». Chiede, Papa Francesco, il dono della pace per «tutte le nazioni» e «per chi è invisibile e senza voce». Ma riflette anche sulle disuguaglianze economiche, perché «l'economia uccide». Francesco non va al Colosseo per la tradizionale Via Crucis, ma prepara le meditazioni per il rito che ripercorre le ultime ore della vita di Gesù. «La via del Calvario passa in mezzo alle nostre strade di tutti i giorni», è la preghiera iniziale alle meditazioni. «Noi, Signore, andiamo solitamente nella direzione opposta alla tua. Proprio così può capitarci di incontrare il tuo volto, di incrociare il tuo sguardo. Noi procediamo come sempre e tu vieni verso di noi. I tuoi occhi ci leggono il cuore. Allora esitiamo a proseguire come se nulla fosse successo».
«Se la Chiesa ti appare oggi come una veste lacerata, insegnaci a ritessere la nostra fraternità, fondata sul tuo dono. Siamo il tuo corpo, la tua tunica indivisibile, la tua Sposa. Lo siamo insieme», si legge nella meditazione per la X stazione. «Gesù, che sembri dormire nel mondo in tempesta, portaci tutti nella pace del sabato. Allora la creazione intera ci apparirà molto bella e buona, destinata alla risurrezione. E sarà pace sul tuo popolo e fra tutte le nazioni», è invece una parte della meditazione per la XIV stazione (Gesù è deposto nel sepolcro). La preghiera recita: «Venga la tua pace», «Per i giusti e per gli ingiusti», «Per chi è invisibile e senza voce», «Per chi non ha potere né denaro», «Per chi attende un germoglio giusto». Il Papa pensa anche ai poveri e alle disuguaglianze economiche: «La via della croce è tracciata a fondo nella terra: i grandi se ne distaccano, vorrebbero toccare il cielo». «L'economia di Dio invece non uccide, non scarta, non schiaccia. È umile, fedele alla terra».
E ancora: «Disumana è l'economia in cui novantanove vale più di uno. Eppure, abbiamo costruito un mondo che funziona così: un mondo di calcoli e algoritmi, di logiche fredde e interessi implacabili. La legge della tua casa, economia divina, è un'altra, Signore», sottolinea nella VII Stazione. C'è anche l'invito a guardare e ad ascoltare l'altro, in una società dove la frenesia attanaglia l'uomo. «Abbiamo bisogno di chi ci fermi, talvolta, e ci metta sulle spalle qualche pezzo di realtà che va semplicemente portato». «Si può lavorare tutto il giorno, ma senza di te si disperde», scrive il Papa nella V Stazione. «Ferma la nostra corsa, Signore», esorta il Papa, «quando andiamo per la nostra strada, senza guardare in faccia nessuno», «quando le notizie non ci commuovono», «quando le persone diventano numeri», «quando per ascoltare non c'è mai tempo», «quando i cambiamenti di programma non sono ammessi».
Per il terzo anno consecutivo, Papa Francesco è costretto a rinunciare a partecipare alla Via Crucis al Colosseo. Quest'anno, in seguito alla polmonite bilaterale che lo ha costretto a un ricovero di 38 giorni al Gemelli, ha delegato il cardinale Baldo Reina, vicario per la Diocesi di Roma.
Questa sera, invece, sarà il cardinale Re a presiedere la veglia pasquale, mentre la messa della Domenica di Pasqua è affidata al cardinale Angelo Comastri. Il Papa potrebbe andare in piazza San Pietro per salutare i fedeli e dare la solenne benedizione «Urbi et Orbi». SSar
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