
La diagnosi più temuta, a fine giornata, è arrivata: «Polmonite bilaterale». Si aggravano le condizioni di salute di Papa Francesco. Il bollettino di ieri sera, al quinto giorno di ricovero al Policlinico Agostino Gemelli, parla nuovamente di «un quadro complesso» confermato dagli «esami di laboratorio», dalla «radiografia del torace» e dalle «condizioni cliniche».
«L'infezione polimicrobica, insorta su un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme, e che ha richiesto l'utilizzo di terapia cortisonica antibiotica, rende il trattamento terapeutico più complesso» si legge nella nota. «La tac torace di controllo alla quale il Santo Padre è stato sottoposto prescritta dall'équipe sanitaria vaticana e da quella medica della Fondazione Policlinico Gemelli - prosegue la nota - ha dimostrato l'insorgenza di una polmonite bilaterale che ha richiesto un'ulteriore terapia farmacologica».
Sarebbe la terza cura a cui viene sottoposto il Pontefice argentino, ricoverato per una infezione polimicrobica alle vie respiratorie, dopo il riacutizzarsi delle bronchite di cui soffriva già da diversi giorni. Tuttavia, il Papa è di «umore buono» e ieri mattina «ha ricevuto l'eucarestia e, nel corso della giornata, ha alternato il riposo alla preghiera e alla lettura di testi».
Nella camera al decimo piano del Policlinico universitario, dunque, è proseguito il trattamento terapeutico, rimodulato in base ai risultati degli esami che consigliano una degenza di durata non brevissima.
Intanto, visto il prolungarsi della degenza in ospedale e di una indicazione di riposo assoluto almeno 2-3 settimane, è stata annullata l'udienza generale di sabato 22 febbraio, e per la messa del Giubileo dei Diaconi, domenica prossima, Francesco ha delegato monsignor Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione.
E proprio «riposo assoluto» è la parola d'ordine dello staff medico del Pontefice. Ma Bergoglio, si sa, non ama tanto il riposo e infatti, anche dal decimo piano del «Terzo Vaticano» - come viene ribattezzato il nosocomio - continua l'ordinaria amministrazione. Ieri ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Baie-Comeau, in Canada, presentata da monsignor Jean-Pierre Blais, menzionato nell'elenco degli aggressori sessuali depositato nell'ambito della class action contro l'arcidiocesi di Quebec.
Davanti al policlinico Gemelli si sono radunati fedeli in preghiera, tra questi anche pellegrini boliviani. E continuano ad arrivare messaggi di sostegno. «Il Papa ringrazia per la vicinanza che sente in questo momento e chiede, con animo grato, che si continui a pregare per lui» conclude la nota vaticana di ieri sera.
«Gli auguriamo una pronta guarigione» ha detto padre Antonio Spadaro, sottosegretario al dicastero dell'Educazione e della Cultura. «Preoccupato per le notizie sulla salute di Papa Francesco formulo auguri di pronta e completa guarigione» ha scritto il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni. «Desidero esprimere l'unanime vicinanza a Papa Francesco, con i più affettuosi auguri di piena e pronta guarigione. Santità, siamo con lei» ha annunciato in Senato il presidente Ignazio La Russa.
«I bambini del mondo pregano per Papa Francesco e stanno inviando al Pontificio comitato per la Giornata mondiale dei bambini, attraverso i loro amici e genitori e anche attraverso le strutture dove sono accolti, tanti disegni, preghiere e letterine» ha scritto padre Enzo Fortunato, presidente del Pontificio comitato per la Giornata Mondiale dei bambini.
La scelta del ricovero di venerdì scorso è stata dettata dall'inefficacia di cortisone e flebo di antibiotici a cui Francesco si è sottoposto per oltre dieci giorni a Casa Santa Marta, per curare quella che più volte lui stesso ha definito prima un raffreddore, poi una
bronchite. Respiro affannoso e viso gonfio non sono passati inosservati anche ai fedeli più distratti. Il Papa stava male e si vedeva. E alla fine, anche lui ha dovuto cedere ai medici che lo hanno convinto a recarsi in ospedale.
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