Tra papaveri e cardi i fiori futuristi di Fendi

Max Mara si ispira a Baudelaire, mentre Moschino sboccia con abiti ghirlanda

Lucia Serlenga

Se la furia cinetica del Futurismo va sopra le righe si rischia di entrare a passo veloce nel Bauhaus. Certo se alle spalle di tutto ciò c'è un tandem composto dal kaiser della moda Kark Lagerfeld e da un marchio del lusso fra i più amati al mondo, arrivi subito sulla passerella di Fendi. Che ti accoglie con un set omaggio alla «Compenetrazione incandescente», l'opera di Giacomo Balla, uno dei più celebrati artisti del movimento.

Così in passerella incede un esercito di donne con frangia posticcia blu o nera - ricorda il bassotto di Balla - e soprattutto una grande quantità di righe che creano quasi un disturbo visivo alleviato dalla leggerezza dei materiali, in primis l'organza. Ma la vera sorpresa sono i fiori futuristi tra felci, foglie di filodendro e palme che si stagliano e s'intarsiano divinamente su un abito di visone. E come se questo non bastasse arrivano collant e calzine a righine, a scacchi o a fiori, nei sandali con tacco di tartan e perline ma anche nelle ballerine «Colibrì», la nuova borsa di stagione, il minisecchiello Mon Trésor.

«Mi sono ispirato a Baudelaire e alla nuova tendenza di giardinieri che sono al tempo stesso filosofi e architetti e prediligono fiori di campo, papaveri, allium e cardi, ribelli e senza pretese al posto di rose, gigli e preziose peonie», dice Ian Griffiths direttore creativo di Max Mara, maison che fra le sue certezze fatte di completi sartoriali questa volta anche in lieve organza e i nuovi completi stampati con il motivo dello storico logo, manda in passerella il più lieve tono di mauve che si possa immaginare e lo declina nelle stampe fleurs de rocaille. E se di fiori bisogna obbligatoriamente parlare in una stagione dove i sogni son desideri che sbocciano, allora il massimo sta nella donna pensata dall'immaginifico Jeremy Scott che nella collezione Moschino la disegna prima ballerina in tutù dal tenue variare fra il crema e il pesca, poi étoile che in abiti ghirlanda fiorisce di prepotenza con gonne a metri di tulle portate con stivali e giacche perfecto. E se la fioritura esplode, allora è un tutto un moltiplicarsi di macro boccioli di rosa, lillà, orchidee, peonie e iris sulla duchesse di seta. Iris, libellule e rondini ovvero gli elementi prediletti dall'artista russo Andrey Remnev piombano nell'immaginario di Vivetta Ponti, la designer del brand Vivetta che con una sorta di bacchetta magica trasforma gli abiti in tele su cui stampa e ricama emozioni. E fra l'organza tempestata di piume e Swarovski, il tulle, il raso e la seta duchesse, debutta anche il denim.

Dal mondo dorato della tradizione russo bizantina alle atmosfere losangeline c'è una distanza siderale, eppure la moda ha la capacità di creare corto circuiti e connessioni di pensiero.

Il brand Antonelli Firenze, apprezzato per la sua filosofia easy chic e per un accurato lavoro sartoriale, accosta infatti al completo pantalone di lino e acciaio un lungo abito a fiori botanici, per donne dall'anima hippy che per nulla al mondo rinuncerebbero allo chic.

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