Milano «Beppe Sala ha detto una enorme balla elettorale. Non si prendono in giro gli elettori, in particolare le migliaia di persone che vivono nelle case popolari». Addio fair play, a nove giorni dal ballottaggio anche a Milano si alzano i toni dello scontro tra i candidati-manager. Nel duello a Porta a Porta andato in onda ieri sera, Stefano Parisi ha smontato il progetto annunciato 24 ore prima dallo sfidante del Pd. «Do una notizia - aveva lanciato Sala - Milano sta procedendo alla vendita delle quote della società autostradale Serravalle. La vendita vale più o meno cento milioni e sono esattamente i denari necessari per un'opera di manutenzione straordinaria delle periferie, con quelle risorse partirò subito con un piano per le case popolari». Ma «non è fattibile - ha attaccato Parisi - ho parlato con gli amministratori della società e secondo la legge Madia per legge le quote dovrebbero essere acquisite dalla Serravalle stessa e non è in grado di sostenere l'acquisto. Raccontare che si vende e si fanno 100 milioni di investimenti sulle case popolari è una bugia, non si può trattare con tanta disinvoltura il bene pubblico come fa Sala, e come sembra aver fatto anche sui bilanci di Expo». L'ex commissario è stato bersagliato non solo dal centrodestra ma anche da una parte del Pd e della sinistra che poi lo ha sostenuto al voto sulla scarsa trasparenza sui conti del 2015. Ieri ha ribattuto nervoso a Parisi: «Vai sul sito expo2015.com a leggere i conti, avete la capacità di buttare tutto in caciara, non facciamo i fenomeni e lasciamo stare Expo. Spiega piuttosto come fai a tagliare 200 milioni di tasse». Dopo molte ore con una nota Sala assicura che Serravalle «ha allo studio diverse modalità per alienare le quote entro fine anno». Il secondo round è su Area C, il ticket d'ingresso in centro. «Funziona ma Parisi vuole abolirla» attacca Mr. Expo. «Stai zitto e non mettermi in bocca cose che non ho mai detto, voglio renderla gratuita per i residenti nell'Area» la replica.
Da parte di entrambi i manager continua la caccia ai voti del Movimento 5 Stelle, anche se Sala riconosce che i grillini «potrebbero avere una reazione anti-Renzi e votare a destra».
Per attirare i Radicali annuncia «un referendum nel 2017 sulla riapertura dei Navigli». Ma i milanesi hanno già votato 5 anni fa. Per ora, Sala per ora incassa un appello web di Costantino della Gherardesca e dell'Arcigay.
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