Parla il guru della Raggi. "Ecco i suoi piani segreti se sarà sindaco di Roma"

Il consigliere della grillina e probabile assessore: ai costruttori dirà basta cemento, solo bio-edilizia

Parla il guru della Raggi. "Ecco i suoi piani segreti se sarà sindaco di Roma"

«Non siamo mai stati animati da furore, tanto meno ideologico. Gli allarmismi diffusi intorno a noi sono del tutto ingiustificati». A sorpresa il duro e puro dei Cinquestelle romani, l'uomo considerato il guru che sta dietro a Virginia Raggi, usa toni soft. «Ho imparato che le grandi rivoluzioni si fanno con una visione, le persone giuste e cambiamenti graduali, insomma a Roma non useremo la spada di Kill Bill». Daniele Frongia, 43 anni, è uno degli uomini chiave del M5S a Roma ma di rado parla in prima persona. Lo ha fatto solo per smentire gli schizzi di fango che ambienti Pd gli hanno lanciato contro insinuando che fosse l'amante della candidata a sindaco di Roma. C'è chi dice che per lui sia già pronta la poltrona di vice sindaco, ma nel colloquio con il Giornale emerge un'ipotesi diversa: «Questa proposta non mi arriverà, ve lo do per certo». Di più non si sbottona, ma lascia intendere che una futura giunta pentastellata poggerà anche sulle sue spalle. Magari proprio quell'assessorato a tempo che si occuperà di sfoltire le aziende partecipate? Sembra fatto su misura per chi gli sprechi romani li conosce tutti, per nome e cognome.

Anni di lavoro sia in Italia che all'estero, in aziende come Telecom e Sas, multinazionale del software statistico, e all'Istat, un'esperienza aziendale di cui va fiero, Frongia ora ci tiene a rassicurare. Vi accusano di non avere le competenze per affrontare i problemi della Capitale: «I competentissimi Marino, Alemanno, Veltroni, Rutelli, con alle spalle partiti strutturati, di danni ne hanno fatti a miliardi», si scalda l'ex presidente della Commissione spending review del Campidoglio. «È tutto certificato - incalza- basta consultare i documenti dei commissari al debito, i bilanci, ma qui si parla di Olimpiadi invece che di Mafia Capitale». Frongia di quei numeri ha fatto indigestione. Sono la base di un programma di governo che spaventa un po' tutti, dai salotti buoni ai sindacati. «All'Ama - mi segnalano - nelle bacheche sindacali appendono cartelli che prospettano licenziamenti di massa se vinciamo noi: fanno terrorismo».

L'obiettivo di Frongia è ambizioso: arrivare a tagliare 1 miliardo di euro l'anno. Come? «Non tutti gli sprechi sono uguali, alcuni sono facili da aggredire in poco tempo, ma altri sono stratificati e di lunga data. Ci vorranno impegno e pazienza per recuperare quel tesoretto». Ci penserà l'assessore a tempo? «In realtà non è a tempo, ma di scopo, e chi contesta questa modalità non conosce la legge, in base alla quale è prerogativa del sindaco interrompere, quando lo ritiene opportuno, la collaborazione con un assessore». A Roma si sa, l'edilizia è un core business, e tra i costruttori serpeggia una certa preoccupazione, quanto è giustificata? «Fonti Istat dicono che in città ci sono 110mila appartamenti vuoti. A fronte di un aumento di cubature fra il 2001 e il 2011 del 20%, la popolazione è cresciuta di appena il 3%. Un unicum in Italia».

Il messaggio è chiaro, basta cemento. «Se i costruttori romani vogliono rimanere in partita le nuove parole d'ordine sono bio-edilizia e riqualificazione». A Roma, se doveste vincere, è già pronto uno staff per l'approvazione delle scelte strategiche. Come la mettiamo? «È vero, c'è uno staff che vaglierà le decisioni più importanti, ma non dimentichiamo che ne fa parte la stessa Raggi».

Agli elettori di centrodestra rimasti oggi senza un candidato cosa dice? «Leggete il nostro programma, ma soprattutto valutate l'operato del Pd e dello stesso Giachetti, che comunque a Roma negli anni '90 ha già avuto un ruolo importante».

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