Fare un nuovo Cnl? Che idea originale. E Carlo De Benedetti, che è un uomo pratico ma non sempre originale la propone sul serio. Il Cln è una sigla che sta per Comitato di liberazione nazionale durante la guerra di Resistenza contro gli invasori tedeschi dopo la resa dell'Italia ormai sconfitta. Che cosa c'entrerebbe un nuovo Cln in Italia? Per tentare di capirlo bisogna leggere l'illuminante intervista che gli ha fatto ieri per il Corriere Aldo Cazzullo. E si vede purtroppo che dietro quest'idea del Cln - con dentro «tutti: Letta, Renzi, Calenda, Speranza, Brunetta, Gelmini e anche i Cinque stelle» - si cela purtroppo soltanto il nulla. Il pretesto sarebbe sempre lo stesso; se in Italia vincessero le destre, sarebbe il fascismo, e quanto a Berlusconi, De Benedetti sarebbe gestito da badanti arruolate da Salvini e Meloni, entrambi visti come minacce per la Repubblica.
Già, l'uso della parola «badanti» da parte di un adolescente come De Benedetti rivela la voglia di rissa, di dita negli occhi. E poi, turba per la sua inconsistenza logica, visto che l'ex editore di Repubblica mentre invoca il ritorno del Cln afferma anche che la storia non si ripete mai. Ma al tempo stesso assicura che si sta per ripetere se non si fa immediatamente un Cln che, fra l'altro, non liberò nessuno perché l'Italia fu liberata dagli eserciti americano e inglese. De Benedetti è un uomo che ricorda molto bene come andarono le cose allora, perché ci frequentammo a lungo per scrivere un libro-intervista. E ricordo la sua memoria della fuga della sua famiglia da Torino per sfuggire ai nazisti e persino il paradossale caso che mi raccontò, di suo nonno che prima di chiamarsi De Benedetti si chiamava col nome ebraico Baruch Israel, il quale morì durante l'occupazione nazista, mentre pronunciava la sua ultima arringa in Tribunale.
Ragionavamo sulla sciagurata irrazionalità persino del male e ricordo quando mi disse che durante l'esilio in Svizzera patì a tal punto i tormenti dell'indigenza, da arrivare a una decisione morale ferrea: «Sarei diventato ricco», mi disse: «Non avrei mai più sopportato la povertà e la fame e scelsi non di diventare banalmente benestante, ma diventare ricco». Nobile proposito indeed, e puntualmente realizzato, ma senza alcuna memoria di gratitudine per i suoi avversari che disprezzava fortemente, il presidente della Repubblica Francesco Cossiga e il ministro degli Esteri Gianni De Michelis, i quali andarono a Washington pregare a mani giunte il presidente Bush di far togliere il suo nome dalla lista nera degli uomini d'affari sospetti di trescare con l'Unione sovietica esportando in quel Paese materiale strategico americano.
Lunga storia connessa a un certo signor Mariotti che trafficava in Urss i computer Olivetti che usavano una scheda Ibm. Andò tutto bene: i socialisti craxiani e il presidente dato per matto dallo steso Ingegnere, calmarono gli americani, i quali acconsentirono benché riluttanti a riammettere nei loro salotti buoni l'ingegner De Benedetti. Ma oggi, anzi ieri, nella sua intervista il grande finanziere esprime il timore che gli americani dell'amministrazione Biden possano mettere in quarantena l'intera Italia se dovesse vincere una destra poco affidabile a causa delle facce che fa la Meloni quando va in Spagna o che fa Salvini quando va al bar. È talmente in linea con le analisi del New York Times da temere che il New York Times esprima la sua linea.
È già accaduto molte volte. La più comica fu quando, ai tempi del Conte-1, la redazione del glorioso giornale decise che Conte fosse un estremista di destra, per il banale fatto che costui presiedeva un governo sostenuto da Salvini, noto amico e sostenitore della Le Pen. In politica e in storia è assolutamente sconsigliabile guidare col freno a mano tirato, quello delle proprietà transitive: se A è amico di B, allora C che è amico di A, sarò amico anche di B. Trattasi di scemenze. Ma il laborioso giornale (peraltro bellissimo) decise di indagare sul signor Conte-1. E, scava che ti scava, che cosa non scopre? Che Giuseppi si aggiustava il curriculum facendo passare le lezioni estive d'inglese (che non sa) prese alla New York University come sue docenze universitarie.
Poi gli americani videro che la politica italiana, grazie ai Cinque stelle, era diventata tutta un troiaio e che il signor Conte-2 ora poteva passare perché faceva un nuovo governo di una curiosa sinistra in un Parlamento allo sfacelo in cui si scoperchiavano scatole di tonno.
È questo che a De Benedetti sembra un nuovo Cln: un'accozzaglia di transfughi alcuni dei quali di specchiata ignoranza, ma capaci di salvarci dalla tremenda Meloni che parla come una borgatara e fa le facce che nelle case perbene sono malviste.
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