"Il partito della cultura salverà il Paese. Ma va valorizzata l'identità nazionale"

L'attore ed editore lancia la propria proposta politica: "Torniamo a Strapaese e D'Annunzio contro il degrado della globalizzazione"

"Il partito della cultura salverà il Paese. Ma va valorizzata l'identità nazionale"

Una lunga e colorita teoria di gonfaloni che risalgono lo stretto ponte che separa Bagnoregio dalla sua Civita. Questo lo spettacolo che questa mattina si presenterà agli occhi di chi parteciperà al simposio La rete delle città identitarie organizzato da Edoardo Sylos Labini. Dibattito-evento che, ospitato nella perla medievale del Viterbese, ha come principale obiettivo quello di lanciare una proposta culturale e politica a un tempo. Proposta che proprio questi due termini (politica e cultura) intende fondere.

Al convegno parteciperanno tra gli altri il critico Vittorio Sgarbi nella doppia veste, in questo caso, di intellettuale e sindaco di Sutri, lo scrittore Emanuele Ricucci, Giampaolo Rossi (cda Rai), Alessandro Sansoni, direttore di Cultura/Identità, e, nelle vesti di padrone di casa, il sindaco di Bagnoregio Luca Profili. «La nostra cultura - spiega Sylos Labini - è di per sé un bagaglio straordinario. Misconosciuto ai più, però. E dobbiamo ritornare alle nostre radici, ai nostri borghi, alle differenze. Insomma dobbiamo tornare a Strapaese e D'Annunzio per combattere con le armi della bellezza e dell'arte il degrado della politica e della globalizzazione».

La bellezza può salvare il mondo?

«La bellezza può farlo. E non solo. Può anche salvare l'economia. Con l'iniziativa di oggi noi intendiamo lanciare proprio un progetto che è anche politico. L'Italia ha un patrimonio culturale invidiabile. Il gioiello della Civita di Bagnoregio è solo un esempio. L'intero Paese è costellato di antichi borghi e di città d'arte che possono rappresentare un volano invidiabile. Serve però uno spirito nuovo e una presa di posizione che valorizzi l'identità nazionale».

Non teme speculazioni ideologiche?

«Non siamo di destra o di sinistra. Noi ci rifacciamo, se proprio dobbiamo cercare un modello politico, alla Costituzione di Fiume. Alla cosiddetta Carta del Carnaro che quest'anno compie un secolo».

D'Annunzio e de Ambris come modelli politici?

«Assolutamente attuali. Se pensa a come il Vate propugnasse la sovranità dei popoli contro la plutocrazia della Società delle Nazioni. Ora più di allora dobbiamo riaffermare la sovranità dei popoli contro il dilagante globalismo».

Il vostro rimane un movimento di opinione o si prefigge di scendere in campo?

«La scellerata idea di tagliare la rappresentanza parlamentare produrrà come effetto quello di spostare sempre più sul territorio l'esigenza di trovare adeguata rappresentanza. Ed è probabile che prima delle politiche potremmo già testare la validità della nostra proposta nelle comunali del prossimo anno. D'altronde sono tante le città importanti, nonché città ricche di arte e storia, che rinnoveranno gli organi di rappresentanza».

E i vostri testimonial? A chi chiederete di appoggiare il vostro progetto?

«Intellettuali liberi e di chiara fama come Pietrangelo Buttafuoco, Marcello Veneziani, Franco Cardini. Solo per fare qualche nome».

Tutti

riconducibili a una matrice politica di destra.

«Con la rivista Cultura/Identità abbiamo da tempo abbattuto questo steccato. E tra i nostri interlocutori ci sono anche personalità come Massimo Cacciari e Gianni Vattimo».

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