Il partito di Giuseppi spaventa i grillini. Pronta la deroga sul secondo mandato

Da Patuanelli a D'Incà, ormai il M5s pullula di "contiani" sul piede di partenza (anche senza voto anticipato). Di Maio tenta la contromossa

Il partito di Giuseppi spaventa i grillini. Pronta la deroga sul secondo mandato

Il M5s lo difende. Eppure lo teme. Nella giornata in cui la crisi di governo sembra davvero a un passo, i grillini scelgono di blindare Giuseppe Conte. «Il problema non è Conte, anzi Conte va rispettato e sostenuto», scandisce il leader de facto del Movimento Luigi Di Maio. Il tentativo è quello di tenere unito un gruppo parlamentare in cui i fan del già avvocato del popolo rappresentano una buona fetta, se non la maggioranza, di deputati e senatori. E così la stabilità a Palazzo Chigi diventa un percorso obbligato per i grillini. Perché dopo la difesa d'ufficio c'è la grande paura. Un timore che è tornato a crescere da un mese a questa parte. Da quando si è intensificato il pressing di Matteo Renzi sull'esecutivo giallorosso. Proprio a partire da quei giorni di inizio dicembre, nel Palazzo, è ripartita a circolare una voce che sembrava sopita. Coperta dall'emergenza Covid. E se Conte si mettesse in proprio? Al momento è difficile rispondere alla domanda. Quel che è certo è che l'ipotesi della «lista Conte» è di nuovo una delle preoccupazioni più importanti dello stato maggiore dei Cinque stelle. Con una tensione che cresce sempre di più ogni qual volta si fa più concreto lo spettro delle urne anticipate. «Luigi non può accettare un altro premier, altrimenti dovrebbe vedersela con i contiani», sentenza un esponente pentastellato di Montecitorio.

Chiunque voglia scoprire i nomi dei fedelissimi del premier veda alla voce Federico D'Incà, ministro ai Rapporti con il Parlamento, ultimamente al centro delle critiche di molti parlamentari vicini al titolare della Farnesina per la sua gestione del raccordo tra i gruppi di maggioranza e il governo. Si veda anche alla voce Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico. E si sottolinei il nome di parlamentari come il palermitano Giorgio Trizzino e il vicecapogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi.

Quello dei contiani è un dossier che incrocia pericolosamente alcune delle questioni più delicate interne al M5s. Compreso il tetto ai due mandati, il problema dei problemi. Una lista Conte in vista di elezioni o gruppi in Parlamento vicini al premier potrebbero essere attrattivi per tanti stellati. E tra le cause di una possibile diaspora ci sarebbe sicuramente il limite dei due mandati. Una regola contestata a bassa voce soprattutto dagli eletti riconducibili a Conte. Infatti, sotto traccia, negli scorsi giorni si è raggiunta una mediazione nel Movimento su una deroga in caso di ritorno improvviso al voto, in anticipo sulla fine naturale della legislatura. In uno scenario di elezioni anticipate ci sarebbe il via libera alla ricandidatura di chi, secondo la regola, non potrebbe correre per un terzo giro di giostra. Tutti d'accordo. Da Beppe Grillo ad Alessandro Di Battista. La partita viene definita «ancora aperta» se consideriamo un quadro politico in cui si torna a votare a scadenza naturale. E la storia di ipotetiche formazioni parlamentari in sostegno a Conte è ancora tutta da scrivere. Di sicuro la creazione di gruppi vicini a Conte innescherebbe un dibattito nel M5s. A partire proprio da una decisione definitiva sui due mandati. Un argomento che è stato sostanzialmente messo in stand by agli Stati generali. Dove è arrivata una conferma ufficiale sul mantenimento del principio, seppure con tanti se e tanti ma rimasticati a mezza bocca da più di qualche grillino che conta.

Intanto all'inizio della prossima settimana è previsto un altro appuntamento che

potrebbe riservare sorprese. Alla Camera cominceranno le votazioni interne per eleggere i membri del direttivo del gruppo M5s. Un deputato ci dice: «Pare che si ricandideranno gli uscenti, ma con queste cose è sempre un caos».

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