Paul Richard Gallagher, il diplomatico vaticano dietro la missiva contro il ddl Zan

L'arcivescovo di Liverpool, nominato da Papa Francesco Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, è il firmatario della nota contro il Ddl Zan che sta facendo discutere la politica italiana

Paul Richard Gallagher, il diplomatico vaticano dietro la missiva contro il ddl Zan

Paul Richard Gallagher, 67 anni, è il responsabile della diplomazia del Vaticano, Segretario per i rapporti con gli Stati nominato da Papa Francesco nel 2014. Com'è emerso nelle ultime ore grazie a uno scoop del Corriere della Sera, con un atto senza precedenti nella storia dei rapporti tra Vaticano e lo stato italiano, l'arcivescono Gallagher ha firmato la nota consegnata il 17 giugno scorso nella quale chiede formalmente al governo italiano di modificare il "ddl Zan", ovvero il disegno di legge contro l’omotransfobia. Secondo la Santa Sede, infatti, "alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato". Posizione che ha scatenato il dibattito politico italiano e le prese di posizione dei vari partiti che compongono la maggioranza. Ma chi è Paul Richard Gallagher? Nato a Liverpool il 23 gennaio 1954, frequenta in gioventù il collegio "San Francesco Saverio" di Woolton.

Dal 2014 Gallagher è responsabile della diplomazia vaticana

Dopo il servizio prestato presso l'arcidiocesi di Liverpool, Gallagher si iscrive alla Pontificia accademia ecclesiastica a Roma, la scuola che forma i diplomatici della Santa Sede. Dal 1º maggio 1984 diventa ufficialmente membro della diplomazia della Santa Sede e ricopre incarichi diplomatici per conto del Vaticano in Tanzania, Uruguay e Filippine. Nel 2000 il grande salto di qualità nella sua carriera, quando viene nominato da Papa Giovanni Paolo II inviato speciale con funzioni di Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa. Dopo un'esperienza in Australia come nunzio apostolico nel 2012, nel 2014 diventa Segretario per i rapporti con gli Stati per volontà dell'attuale Pontefice. Come sottolinea il Corriere della Sera, l'arcivescono inglese è "cordiale, simpatico in privato ma blindato in pubblico, pragmatico, molto inglese". Sulla politica estera della Santa Sede ha però le idee chiarissime. Come ricorda proprio il Corriere della Sera, nel recente passato Gallagher si è schierato contro il ritorno del nazionalismo nel mondo: "I nazionalismi scatenati hanno la tendenza ad escludere e il Papa ci invita a fare attenzione ai pericoli insiti nei sovranismi". La Chiesa, sottolineò, "non ha visioni nazionalistiche, apprezza molto l’amor di patria ma questo deve essere condito da un senso di apertura verso gli altri".

In Vaticano, è uno dei principali promotori dell'apertura diplomatica alla Cina. Nel febbraio 2020 incontrò, nella cornice importante a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco 2020, Munich Security Conferente 2020, Wang Yi, ministro degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese. "Nel corso del colloquio" riportava il comunicato della Sala Stampa della Santa Sede "sono stati evocati i contatti fra le due Parti, sviluppatisi positivamente nel tempo". In particolare, si è evidenziata l’importanza dell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi, firmato il 22 settembre 2018, rinnovando la volontà di proseguire il dialogo istituzionale a livello bilaterale per favorire la vita della Chiesa cattolica e il bene del Popolo cinese". Una svolta diplomatica fondamentale, della quale l'arcivescovo inglese è stato assoluto protagonista.

Ora la nota dell'arcivescovo resa nota dal Corriere della Sera sta facendo discutere la politica

italiana, tutta. E non c'è alcun dubbio che - piaccia o meno - le parole del responsabile della diplomazia vaticana peseranno come un macigno nella discussione del Ddl Zan, come dimostra peraltro l'apertura al dialogo da parte del segretario del Pd, Enrico Letta.

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