È già cominciato l'inverno bollente delle piazze dei percettori del reddito di cittadinanza. Ad anticipare tutti è Palermo, capoluogo della regione siciliana governata dal centrodestra, una delle capitali del sussidio bandiera dei grillini. Dopo il corteo palermitano, senza un cappello politico ufficiale, ma partecipato anche da esponenti del M5s e del Pd, sarà la volta di Napoli. Nell'altra città simbolo del reddito di cittadinanza è prevista una mobilitazione organizzata dai Cinque Stelle, in programma per il 2 dicembre. Poi seguiranno altre piazze, fino a primavera inoltrata, così come annunciato domenica dallo stesso Giuseppe Conte a Mezz'ora in più su Rai3.
A Palermo i toni delle centinaia di manifestanti sono da ultimatum. «Lavoro immediato o il Reddito non si tocca», si legge sullo striscione che ha aperto il corteo che è arrivato fino a Piazza Indipendenza, tra i Palazzi della politica dell'isola, quello della Giunta e quello dell'Assemblea regionale siciliana. «Non si può togliere il Reddito di cittadinanza, che negli ultimi anni ha consentito a tantissima gente di uscire dalla povertà, senza prima trovare delle soluzioni concrete», dice Tony Guarino, uno degli organizzatori della manifestazione, vicepresidente dell'associazione Basta Volerlo. E ancora un altro slogan: «Se ci tolgono il reddito vogliamo lavoro vero e non lavoro nero». Musica per le orecchie dei pentastellati, presenti a Palermo con una nutrita delegazione. «Se la politica non è stata e non è capace di creare uno sviluppo economico, allora ha il dovere di sostenere chi è rimasto indietro», dice la senatrice del M5s Dolores Bevilacqua. Se il M5s, a Palermo come a Roma, è in trincea per difendere il sussidio, la vera incognita dell'inverno bollente del reddito di cittadinanza è il Pd. Nel capoluogo siciliano sfilano anche esponenti dem come il deputato regionale Antonello Cracolici, che parla con toni da grillino: «L'azione del governo è finalizzata all'odio verso la sofferenza». Nel frattempo al Nazareno tentennano in attesa del congresso, che si concluderà con le primarie del 19 febbraio. I dem scenderanno in piazza sabato 17 dicembre, sotto Natale, per protestare contro la manovra del governo Meloni. «La nostra iniziativa è a 360 gradi, Conte si concentra solo sul Reddito di cittadinanza», ripetono dalla dirigenza del Pd. E infatti i democratici sono divisi sul Rdc. Tra esponenti del Sud e del Nord, tra sinistra e riformisti. L'ennesimo assist ai grillini, che invece puntano a infiammare i cortei dei percettori, proprio mentre i dem si accapigliano sul congresso.
Intanto a Palermo i manifestanti arrivano fin sotto i Palazzi della Regione. «Il reddito di cittadinanza è stata una misura apprezzabile, ma certamente oggi occorre rivederla», dice l'assessore regionale al Lavoro della giunta di centrodestra, Nuccia Albano, a una delegazione di dimostranti, in una città dove i percettori del Rdc sono circa 60mila, 230mila in tutta la Sicilia.
«La riforma del Reddito di cittadinanza non va contro i poveri, ma certamente verso una rimodulazione per rivedere meccanismi che hanno favorito talvolta qualche furbetto.
Occorre una riflessione seria da fare e credo che la gente chieda dignità e lavoro e non un sistema assistenzialistico che non offre uno sbocco definitivo», tiene il punto il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno, di Fdi. Diversi i toni dei manifestanti: «Vogliamo lavoro subito o il reddito». E Conte prepara la campagna solitaria d'inverno. Contro il governo e in competizione aperta con il Pd.
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