Piccolo (gruppo) è bello. Così nascono i successi

I ricercatori dell'Università di Chicago, analizzando 60 anni di pubblicazioni scientifiche, hanno dimostrato che piccole squadre di ricerca possono fare meglio dei grandi gruppi

Piccolo (gruppo) è bello. Così nascono i successi

Piccolo è bello. No, non è il titolo di un libro o una teoria economica. «Le piccole cose sono responsabili di grandi cambiamenti», scrive Coelho. E se della grandezza delle piccole cose è piena la letteratura, stavolta è la scienza a volere il «piccolo». I ricercatori dell'Università di Chicago, analizzando 60 anni di pubblicazioni scientifiche, hanno dimostrato che piccole squadre di ricerca possono fare meglio dei grandi gruppi. Sono stati analizzati 65 milioni di carte, brevetti e progetti software di team scientifici, inventivi e sviluppatori software, dal 1954 fino al 2014: 44 milioni di articoli e oltre 600 milioni di citazioni dal database Web of Science, 5 milioni di brevetti dell'Ufficio brevetti e marchi Usa e 16 milioni di progetti software dalla piattaforma Github. Da questi dati, i ricercatori hanno derivato che, negli anni, i team di ricerca più piccoli hanno prodotto risultati più grandi. I team di maggiori dimensioni, ovvero quelli composti da più persone, hanno spesso aggiunto informazioni a idee già esistenti.

Festa grande, allora, per quelli che lavorano meglio soli o in ristrette cerchie? Probabilmente sì, dato che quanto derivato dallo studio è che i piccoli gruppi di ricerca tendono a battere grandi collaborazioni quando si tratta di produrre progetti innovativi e scoperte rivoluzionarie. «Un documento dirompente è come la Luna durante l'eclissi lunare, oscura il Sole - l'idea su cui si basa - e reindirizza ogni attenzione futura su sé stesso», ha detto il co-autore dello studio Lingfei Wu e ricercatore post-dottorato dell'Università di Chicago e di Knowledge Lab.

Nello studio, pubblicato su Nature, si dice che una delle tendenze universali in scienza e tecnologia oggi è ricorrere sempre di più all'uso di grandi squadre nella scienza. E che questa moda si sta diffondendo in tutte le aree di ricerca, mentre i ricercatori solitari e le piccole squadre diminuiscono. Le cause dell'ingrandimento progressivo delle dimensioni delle squadre sono state attribuite alla specializzazione delle attività scientifiche, ai miglioramenti nella tecnologia o alla complessità dei problemi moderni che richiedono soluzioni interdisciplinari, con il ricorso a più persone per risolvere uno stesso problema o a trovare soluzioni multidimensionali. Questi cambiamenti nelle dimensioni delle squadre (ricorso a squadre progressivamente più grandi) hanno indotto i ricercatori a cercare di capire in che modo il carattere della scienza e della tecnologia prodotta dai grandi team differisce da quello dei piccoli gruppi. «Qui analizziamo oltre 65 milioni di carte, brevetti e prodotti software che coprono il periodo 1954-2014, e dimostriamo che in questo periodo squadre più piccole hanno avuto la tendenza a sconvolgere la scienza e la tecnologia con nuove idee e opportunità, mentre i team più grandi hanno teso a sviluppare quelli esistenti», si legge nel paper di ricerca. I team più piccoli sarebbero dunque più dirompenti, riuscirebbero a turbare maggiormente lo status quo scientifico e a scavare meglio nel passato, seguendo anche vecchie idee impopolari. «I grandi team sono quasi sempre più prudenti: il lavoro che producono è un sequel di successo, molto reattivo e a basso rischio» ha detto il co-autore dello studio James Evans, professore di sociologia, direttore del Knowledge Lab dell'Università di Chicago.

Sia i team grandi sia quelli piccoli sono essenziali per il progresso scientifico, ma i risultati di questo lavoro colossale suggeriscono che le recenti tendenze nella politica di ricerca e il finanziamento verso i grandi team dovrebbero essere rivalutati, dando aiuto anche ai gruppi più piccoli. Se gruppi più piccoli generano nuove e promettenti conoscenze, i gruppi più grandi agiscono in maniera più rapida e perfezionano le ricerche: la scienza ha bisogno di entrambi i tipi di contributi.

«I piccoli team ricordano idee dimenticate», dice sempre James Evans. Spesso le piccole squadre pescano idee più vecchie e meno popolari. E questo crea nuove direzioni, magari poco immaginabili nella scienza e nella tecnologia.

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