Pichetto: "Pronti a estrarre il gas italiano. Inverno al sicuro grazie agli stoccaggi"

Occhi puntati sui pozzi nell'Adriatico. Il ministro: "A settembre ci sarà il decreto. Bene l'alleanza sui biocarburanti al G20"

Pichetto: "Pronti a estrarre il gas italiano. Inverno al sicuro grazie agli stoccaggi"
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L'Italia torna a estrarre il proprio gas, principalmente nell'Adriatico. Il decreto allo studio del governo sarà pronto per settembre ed è stato annunciato ieri dal ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin al Forum delle energie rinnovabili Renewable Thinking a Saint-Vincent (Aosta). Una svolta, in parte attesa, con cui il governo Meloni mantiene la promessa fatta a inizio anno di cambiare la politica energetica del Paese e renderla meno dipendente dagli approvvigionamenti esteri. Il tutto, nonostante il dissenso espresso lo scorso dicembre dalla regione Veneto governata da Luca Zaia, lamentando i danni ambientali arrecati in precedenza dalle trivelle al largo delle coste del Polesine.

«I primi giorni di settembre presento un decreto Energia dove all'interno ci metterò tutta una serie di interventi vari che dobbiamo assolutamente fare per riordinare un po' il quadro energia. Significa correggere una serie di cose, comunque adeguarle ai tempi, compresa l'opportunità di utilizzare anche i giacimenti di gas dei nostri territori. Perché altrimenti corriamo il rischio in alcune realtà, in Adriatico, che peschino solo altri Paesi», ha spiegato il ministro. Una partita che interesserà diverse società, in testa Eni ed Edison.

In Italia, secondo i dati di Assorisorse, sono circa 90 le trivelle attualmente attive, in 15 regioni. Il 70% dei pozzi sono gestiti da Eni, il 16% da Royal Dutch Shell. Ma in campo ci sono anche Edison e società minori. Le trivelle a terra sono concentrate in Lombardia ed Emilia-Romagna, poi sulla costa adriatica fino a Puglia Basilicata, Calabria e in varie zone della Sicilia.

In mare, il gas si trova soprattutto da Venezia fino al Molise, e al largo di Brindisi. Anche in Puglia, che va ricordato è tra le cinque regioni firmatarie del referendum «No trivelle», sono in corso attività di ricerca a largo delle coste. Mentre sono circa dieci in totale le richieste di autorizzazione per attività di ricerca, per la maggior parte presentate già negli anni passati da multinazionali straniere come l'australiana Global Petroleum Limited e l'inglese Northern Petroleum Ltd.

Nel 2020 il gas estratto dall'Italia è stato pari a 4,4 miliardi di metri cubi, con un decremento dell'11,4% rispetto alla produzione 2019, contribuendo così al fabbisogno nazionale per circa il 6,2%. Nel 2021 si è fatto anche meno: la produzione nazionale è stata di 3,5 miliardi di metri cubi. Per avere un'idea del trend, nel 2000 la produzione di gas nazionale rappresentava circa il 20% dei consumi del Paese.

Sempre in tema energetico il ministro ha rassicurato che il prossimo inverno sarà «senza problemi» grazie al livello attuale degli stoccaggi e che la quota dei 60 miliardi di metri cubi di gas previsti al 2030 «deve avere come garanzia almeno un 35-40 miliardi provenienti da rigassificatori. Questo è il criterio della sicurezza, perché è chiaro la dipendenza assoluta da un solo fornitore (Algeria) rischia di inchiodarci».

Pichetto ha infine benedetto l'alleanza sui biocarburanti che «rappresenterà un importante passo avanti nella strada della

transizione ecologica e della sicurezza energetica. L'Italia, insieme ad altri Paesi tra cui Usa, India e Brasile, è tra i promotori dell'iniziativa che sarà un'occasione di diversificazione per la mobilità green del futuro».

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