Piemonte, l'azzurro Cirio vede il bis

Il governatore favorito, sinistra in crisi. Al voto 3mila comuni tra cui 29 capoluoghi

Piemonte, l'azzurro Cirio vede il bis
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Non solo l'Europa. Nel fine settimana le urne si aprono per eleggere i sindaci di oltre 3mila comuni e il presidente della Regione Piemonte. Dal palco di Napoli, il leader di Forza Italia Antonio Tajani si è spinto senza timore di essere smentito: «Alberto Cirio sarà riconfermato alla guida del Piemonte». Da un lato c'è il governatore uscente, sostenuto dalla coalizione di centrodestra unita allargata a Calenda, dall'altro lato del campo, le opposizioni di sinistra, spaccate in tre pezzi e con tre candidati. Il Piemonte, che va al voto nello stesso week-end delle Europee, è lo specchio dello schema politico nazionale che potrebbe riproporsi sul piano nazionale: centrodestra compatto aperto alle forze centriste come Azione, sinistra dilaniata da guerre interne. Il governatore azzurro si ripresenta agli elettori per il secondo mandato con i compiti fatti.

Una «rivoluzione dolce», che gli addetti ai lavori definiscono «modello Cirio». Testa bassa e pedalare, è il motto del forzista, capace di sedurre l'imprevedibile Carlo Calenda. La concretezza di Cirio si è vista soprattutto durante la pandemia. La sanità piemontese è stata quasi una macchina perfetta, tra vaccinazioni e monitoraggio. Il secondo marchio di fabbrica della rivoluzione di Cirio è l'utilizzo dei fondi europei. Velocità e capacità di spesa: in Piemonte è stata avviata la più importante opera di ammodernamento della rete stradale. Terza gamba lo sviluppo con l'impulso all'alta velocità e al comparto industriale.

L'alternativa a Cirio? Una sinistra che arriva all'appuntamento del voto con il macigno di un'inchiesta giudiziaria che alla vigilia delle elezioni ha messo fuori gioco l'ex capogruppo del Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo (non indagato). La variabile Appendino ha mandato all'aria il campo largo. L'ex sindaco di Torino non ha voluto alleanze con il Pd. I Cinque stelle schierano Sarah Disabato. In Piemonte, il Pd annovera big dal calibro di Piero Fassino, Sergio Chiamparino e Chiara Gribaudo. Il nome scelto è Gianna Pentenero che ha incassato in extremis l'appoggio di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Il «campo largo» è dilaniato da veleni e accuse tra Appendino e il Pd. Conte e Schlein si sono visti poco, annusando l'aria di disfatta. C'è anche una terza sinistra, quella indipendente, rappresentata dalla candidatura di Francesca Frediani che spera di entrare (almeno lei) in Consiglio regionale. Il quinto aspirante è Alberto Costanzo, un civico indipendente. La «sua» è una testimonianza in una competizione la cui storia sembra già scritta.

Giochi invece apertissimi negli altri 3mila comuni al voto, tra sabato e domenica. Niente voto in 8 comuni per mancanza di candidati: Melissa (Crotone), Saliceto (Cuneo), San Lorenzo (Reggio Calabria), San Luca (Reggio Calabria), San Daniele Po (Cremona), Casasse (Torino) e San Prospero (Modena). A Corte Palasio in provincia di Lodi, invece, le elezioni slittano al 28 luglio a causa della morte di uno dei candidati a sindaco. Si voterà in 29 capoluoghi di provincia e sei di regione. Riflettori puntati su Bari e Firenze. Si vota anche a Lecce, Bergamo, Cremona, Livorno, Cesena, Pescara. Nel capoluogo toscano, la destra con Eike Schmidt sogna l'impresa. Il Pd schiera Sara Funaro mentre i renziani puntano Stefania Saccardi. A Bari, dopo l'invio della commissione d'accesso, il clima è infuocato.

Pd e Cinque stelle sono divisi con due candidati, Vito Leccese e Michele Laforgia mentre il centrodestra cala l'asso Fabio Romito. Occhio a Potenza dove l'outsider Pierluigi Smaldone potrebbe centrare il colpaccio, arrivando al ballottaggio.

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