Premierato, bozza pronta. E la giustizia si farà dopo

Slitta la riforma Nordio per non ingolfare il Parlamento. Casellati: "Fake sul capo dello Stato"

Premierato, bozza pronta. E la giustizia si farà dopo
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Il capo del governo che revoca i ministri e scioglie le Camere? Il collegamento con la legge elettorale Italicum di Renzi? L'introduzione della «sfiducia costruttiva» su modello tedesco? L'ipotesi del ticket tra premier e vice, all'americana? Nulla di tutto questo, a quanto apprende Il Giornale, da fonti del ministero per le Riforme istituzionali.

Il testo di modifica costituzionale sul premierato che circola sui media e alimenta le polemiche sullo «svuotamento» dei poteri del capo dello Stato non è quello della ministra Elisabetta Casellati, afferma «categoricamente» l'ufficio stampa. L'impressione è che quelle presentate come anticipazioni del testo finale neppure si basino su una delle prime bozze di lavoro.

Il gioco sembra sempre quello usato dalla sinistra su questi temi per bloccare Silvio Berlusconi come Matteo Renzi: farsi scudo del Quirinale, convincere i cittadini che nel nome della governabilità si vuole ridimensionare l'istituzione più popolare, quella del presidente della Repubblica. Ma da ambienti vicini alla ministra Casellati un'affermazione filtra con chiarezza: nulla si farà contro le prerogative del Quirinale, con la massima attenzione al sistema di pesi e contrappesi per l'equilibrio tra poteri dello Stato. Se il testo contiene il principio per cui alla caduta di un premier con il suo governo consegue lo scioglimento del Parlamento (come ad esempio per il presidente di Regione) non si può parlare di nuovo potere al capo dell'esecutivo ai danni del presidente della Repubblica. Quando si ridisegna il sistema costituzionale le cose cambiano, né si può ridurre tutto ad una gara tra chi è più forte. Sulla Carta, poi, il capo dello Stato è meno forte di quanto di fatto l'abbia reso, negli ultimi anni, un sistema politico debole.

Da smentire anche, per chi è vicino a Casellati, che manchi sintonia con Meloni, perché invece la collaborazione è piena. Proprio il capo del governo ha voluto l'ex presidente del Senato, per il suo profilo istituzionale, come madrina di quella che dev'essere una delle grandi riforme del centrodestra.

L'altra, quella costituzionale della giustizia del ministro Carlo Nordio su separazione delle carriere e obbligatorietà dell'azione penale, è ferma anche per cedere il passo al premierato e non impegnare le Camere su due iter costituzionali. Pesano anche le resistenze corporative della magistratura e le strumentalizzazioni delle opposizioni. Intanto, procede in Parlamento, anche qui tra polemiche, il ddl penale Nordio su abrogazione dell'abuso d'ufficio, modifiche al traffico di influenze illecite, stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni.

Torniamo al premierato e all'annuncio di lunedì di Meloni, dopo il primo Cdm della ripresa estiva: la proposta di legge costituzionale è pronta. Casellati ha confermato che il testo è a Palazzo Chigi. Un testo ancora da limare, nulla di strano che ci lavorino i giuristi al fianco di Meloni, da Alfredo Mantovano a Francesco Saverio Marini. Ma in continuo contatto con il ministro e i suoi esperti, perché la riforma è frutto di un lavoro congiunto, dalle consultazioni di Casellati a gennaio con gruppi parlamentari e costituzionalisti, al confronto con le opposizioni gestito dalla premier.

Tra una settimana dovrebbe esserci un nuovo incontro tra Meloni e Casellati, ma più importante sarà il vertice di maggioranza prima del Consiglio dei ministri, e per completare la preparazione si potrebbe arrivare ad

ottobre. La Lega per dare il via libera al premierato vuole un'accelerazione sulla riforma per l'autonomia differenziata, per vantarsene al voto europeo, ma difficilmente la leader di Fdi darà a Matteo Salvini questo vantaggio.

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