È la tecnica del bastone e della carota. Se da una parte il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in audizione al Senato, apre alla riforma della legittima difesa, dall'altra stringe i cordoni della prescrizione annunciando una svolta giustizialista senza precedenti. "Tra le varie opzioni d'intervento - annunicia il Guardasigilli - allo studio figura quella della sospensione della decorrenza del termine di prescrizione dopo che sia stata emessa una sentenza di primo grado". Una proposta ventilata tempo fa dal Partito democratico che sembra essere piaciuta a tal punto a Movimento 5 Stelle da farla propria e trasformarla in legge.
Intercettazioni, prescrizione, lotta alla corruzione. In audizione a Montecitorio e Palazzo Madama, Bonafede traccia le linee guida del suo dicastero. E, se in cantiere il Guardasigilli mette una buona riforma come quella della legittima difesa, promettendo di "eliminare le zone d'ombra" affinché "il cittadino costretto a difendersi possa sentire lo Stato al suo fianco", a preoccupare è soprattutto la svolta giustizialista che potrebbe imporre il governo con le riforme della legge sulle intercettazioni e di quella che regola la prescrizione. Per la prima Bonafede ha in mente un definitivo stop a quanto fatto dal precedente governo. "Il decreto legislativo varato dal precedente esecutivo, la cui piena efficacia è prevista proprio durante questo mese, non riesce nell'obiettivo di assicurare un effettivo contemperamento dei diversi interessi richiamati. Le modifiche introdotte, anzi - aggiunge il Guardasigilli - appaiono come un dannoso passo indietro sulla strada della qualità ed efficacia delle indagini e rispetto alla corretta distribuzione dei compiti funzionali tra i diversi soggetti coinvolti".
Per quanto riguarda la prescrizione, invece, Bonafede ha in mente di sospendere la decorrenza dei termini dopo che sia stata emessa una sentenza di primo grado. "Si tratta - spiega in Aula - del punto di partenza di uno studio che dovrà tenere conto di tutti gli effetti, positivi e negativi, di una soluzione di questo tipo, per giungere a un risultato efficace nel rispetto delle contrapposte garanzie". Secondo il Guardasigilli, il decorso della prescrizione causa ogni anno "la morte anticipata di decine di migliaia di processi vanificando de facto il lavoro svolto in sede di indagine e durante i vari gradi processuali e causando sostanzialmente uno spreco di risorse e tempo prezioso". Nel 2017, stando ai dati del ministero, i procedimenti prescritti sono stati 125.551, dei quali il 25,8% in grado di appello, con un'incidenza del 9,4% sul totale dei procedimenti (era l'8,7% nel 2016). "Una riforma seria ed equilibrata della prescrizione - spiega ancora il grillino - è una priorità irrinunciabile per incrementare il grado di fiducia con cui i cittadini si rivolgono all'istituzione giudiziaria.
In uno Stato di diritto che possa davvero definirsi tale - conclude infine - è ingiustificabile che condannati per reati gravissimi riescano a uscire indenni, anche dopo che è stata emessa una sentenza di condanna da parte di tribunali di primo grado".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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