Il prigioniero britannico fa appello a Johnson

Un cittadino britannico tenuto prigioniero dai separatisti filo-russi in Ucraina è apparso in un video ed ha chiesto aiuto al premier Boris Johnson

Il prigioniero britannico fa appello a Johnson

Un cittadino britannico tenuto prigioniero dai separatisti filo-russi in Ucraina è apparso in un video ed ha chiesto aiuto al premier Boris Johnson, affermando che rischia la pena di morte se il governo inglese non interverrà. «Se puoi influenzare il presidente Zelensky e il presidente Putin, aiutaci. Ci sono vite che dipendono da questo, altrimenti sarò condannato a morte insieme ai miei amici», l'appello di John Harding, un cinquantenne originario di Sunderland, durante un'intervista ad una tv russa. Harding sarebbe stato catturato a maggio mentre combatteva al fianco del reggimento Azov durante la battaglia di Mariupol. In Donbass dal 2018, aveva spiegato alla Bbc di essere partito per fornire assistenza medica agli ucraini. Gli amici e la famiglia hanno confermato all'emittente britannica che nel video era lui, aggiungendo che il caso è seguito dal ministero degli Esteri.

Altri due britannici, Aiden Aslin e Shaun Pinner, anch'essi catturati a Mariupol, sono stati condannati a morte da un tribunale nell'autoproclamata Repubblica del Donetsk. Provocando la protesta di Londra, che ha chiesto un trattamento da prigionieri di guerra secondo le leggi stabilite dalle Convenzioni di Ginevra. Anche i due inglesi avevano fatto un appello al premier Johnson chiedendo di essere scambiati con il leader ucraino dell'opposizione filo russa, Viktor Medvedchuk, sotto custodia delle forze di Kiev. Per le autorità di Mosca i due inglesi sono «mercenari».

Nei giorni scorsi un altro britannico Paul Urey, che era stato catturato lo scorso aprile dai

separatisti, è morto mentre era prigioniero in Donbass a causa di malattie croniche di cui soffriva. Per Londra era un operatore umanitario, ma secondo i filo-russi si trattava di un mercenario che combatteva al fianco di Kiev.

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