"Non sono più iscritto da anni, simpatizzo per le idee su cui si è fondato. Diciamo che sono un senza casa ma vivo in una tenda vicina al Pd". Romano Prodi, in una lunga intervista a tutto campo sul Corriere della Sera, analizza l’attuale fase politica ma prende le distanze da quella che potremmo definire la ‘sua creatura politica’.
Parlando del suo ultimo saggio, “Il piano inclinato” dedicato al tema delle diseguaglianze, si interroga sul significato odierno di sinistra. “Non posso non constatare che sempre più spesso ricchi si nasce e non si diventa. E penso che l'aumento delle ingiustizie sociali porti alla rottura delle nostre società. Se tentare un rimedio per ricomporre la società è una soluzione di sinistra, allora il libro è di sinistra”, spiega l’ex premier secondo cui tocca al Pd, al partito di governo trovare un’alternativa al populismo per risolvere le crescenti ingiustizie.
Per quanto riguarda le polemiche su Banca Etruria che stanno minando il governo, Prodi dà ragione al ministro Delrio sul fatto che è bene che i politici parlino con i banchieri, ma, entrando nel dettaglio, spiega: “Ho letto attentamente i giornali. L'ex ministro Boschi ha ribadito quanto aveva detto in Parlamento. Finché non si pronuncia Ghizzoni non si arriva a nessuna conclusione".Sulla legge elettorale rimane favorevole a un maggioritario puro ma sulla proposta di Renzi di un sistema misto risponde così: "Dico la stessa cosa che dissi per il mio sì al referendum: meglio succhiare un osso che un bastone”.
L’ex premier, poi, attacca il modello di democrazia scelto dal Movimento Cinquestelle: "Adesso si diventa parlamentare a 25 anni con 4 preferenze sul web o per la decisione del capo. Questa è la distruzione della democrazia. Quindi come si ricostruisce? Un pò con le primarie ma soprattutto con un sistema elettorale che obblighi il candidato a essere attivo sul territorio”. In merito alle dichiarazioni di Beppe Grillo sui cattolici che si riconoscono nell'M5S, sottolinea: "Non ho dubbi sul fatto che alcuni cattolici si riconoscano nelle critiche che questi movimenti avanzano, ma ben pochi poi si riconoscono nei rimedi che in modo incongruente vengono proposti” e si domanda: “Come fa il mondo cattolico a non condividere la necessità di lottare contro l'ingiustizia su cui si fonda lo stesso Vangelo? Il problema è che quando poi arriva la proposta populista è indefinita, quindi inapplicabile perché sfocia nel qualunquismo".
Prodi, poi, rimane alquanto scettico sulla nascita di Mdp, il partito degli ‘scissionisti bersaniani e dalemiani’: "Le scissioni – dice - per affermarsi devono portare grandi novità. Per questo mi era sembrato che questa scissione fosse un suicidio".
E aggiunge: "Sono sempre stato sostenitore del centrosinistra e se manca il centro o manca la sinistra, manca il centrosinistra". "L'idea dell'Ulivo - conclude Prodi - è più che mai attuale ma la sua storia definitivamente passata. Dato che il Pd ne ha preso l'eredità è suo compito fare attecchire le radici dell'Ulivo al terreno di oggi".
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