Mai compiuto atti sessuali con gli alunni, mai parlato con loro di sesso, mai avuto atteggiamenti che esulavano dal suo ruolo di docente. L'insegnante di sostegno arrestata tre giorni fa con l'accusa di maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di sette alunni della scuola media Salvati di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, durante l'interrogatorio di garanzia ha respinto ogni accusa, assicurando di avere la coscienza pulita.
La 37enne, finita in carcere a Benevento con l'accusa di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne, ha parlato tre ore davanti al gip Luisa Crasta del Tribunale di Torre Annunziata, spiegando che le chat con immagini hard e riferimenti sessuali, le tre lettere scritte ad alcuni studenti e gli audio espliciti finiti agli atti dell'inchiesta, sarebbero decontestualizzate. Si tratterebbe di colloqui con uno solo dei sette ragazzi coinvolti, estrapolati da un discorso più ampio in un contesto diverso da quello dipinto dai magistrati di Torre Annunziata.
Gli alunni coinvolti nella vicenda hanno tutti un'età compresa tra gli 11 e i 13 anni. Nessun abuso, dunque, quanto piuttosto una sorta di ritorsione nei suoi confronti in seguito alla segnalazione fatta alla direzione dopo aver sorpreso due ragazzi nel bagno della scuola con una sigaretta elettronica. Un episodio che avrebbe comportato la loro sospensione, scatenando poi la vendetta degli interessati.
Poi c'è stata l'aggressione subìta dalla prof lo scorso 14 dicembre da parte di alcuni genitori che avevano saputo dai figli di quelle conversazioni «anomale» e cosa avveniva nella «saletta», un'aula riservata della scuola dove la donna, insegnante di sostegno di uno degli alunni coinvolti ma alla quale di fatto venivano affidati anche gli altri studenti, avrebbe ripetutamente mostrato loro video pornografici, parlando esplicitamente di sesso. In una circostanza la 37enne avrebbe abusato sessualmente di uno studente di 12 anni, costringendolo a subire un rapporto orale. Un'accusa che l'indagata ha respinto con fermezza: «Con i miei alunni solo rapporti di natura didattica».
Nel corso dell'interrogatorio la professoressa ha parlato del trauma provocato dall'aggressione dei genitori, tanto che da quel giorno non uscirebbe più di casa se non accompagnata dai parenti.Nessun riferimento, invece, nel faccia a faccia davanti al gip, alle 17mila foto porno trovate dagli investigatori nel telefonino della professoressa.
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