È un Putin minaccioso quello che presiede una burrascosa seduta del consiglio di sicurezza a Mosca. Un Putin che sbeffeggia come suo solito l'Occidente («è chiaro che i custodi occidentali del regime di Kiev siano delusi dai risultati della cosiddetta controffensiva»). E che manda fulmini alla Polonia, che ha ammassato militari alla frontiera con la Bielorussia preoccupata per la presenza a pochi chilometri delle milizie di Wagner che addestrano l'esercito di Minsk. Secondo lo Zar invece si prepara una «unione militare polacco-lituana-ucraina» che «potrebbe essere utilizzata per l'occupazione dei territori dell'Ucraina occidentale». Putin però finge di credere che Varsavia, manovrata dagli occidentali, possa giungere ad attaccare la Bielorussia. «Scatenare un'aggressione contro la Bielorussia significa scatenare un'aggressione contro la Federazione Russa. Risponderemo a questo con tutti i mezzi a nostra disposizione». Il presidente della Bielorussia, Aleklander Lukashenko, sarà domani in visita a Mosca dall'amico Putin per rinsaldare il cosiddetto Stato dell'Unione, quell'organismo sovranazionale che cela l'annessione de facto di Minsk a Mosca.
In mezzo a tutto questo c'è la Wagner, che si trova per l'appunto in Bielorussia e addestra gli uomini dell'esercito di Minsk. Malgrado questa apparente ritrovata centralità dei «musicisti», il direttore della Cia William Burns è convinto che Putin stia soltanto prendendo tempo in vista di una vendetta da servire fredda su Evgeny Prigozhin, capo della Wagner: «Se fossi Prigozhin, non licenzierei il mio assaggiatore di cibo».
Capitolo Mar Nero, altra area critica dopo l'estinzione dell'accordo che consentiva alle navi che trasportavano grano ucraino di circolare liberamente. Ieri Mosca ha fatto sapere di aver condotto un'«esercitazione» militare nell'area nord-occidentale del Mar Nero, lanciando anche missili antinave. Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov «il coinvolgimento del regime di Kiev in attacchi terroristici può indubbiamente creare minacce alle navi della Federazione nel Mar Nero». Parole che secondo Rosemary DiCarlo, sottosegretaria generale delle Nazioni Unite per gli affari politici, «sono minacce inaccettabili». Mosca intanto lavorerebbe a nuove rotte per fornire gratuitamente grano russo al posto di quello ucraino all'Africa. Secondo il Financial Times il piano di Putin è quello di convincere il Qatar a finanziare la spedizione di grano russo in Turchia, che lo farebbe arrivare ai «Paesi bisognosi» in Africa. Qatar e Turchia non hanno ancora accettato. Anzi Ankara conta ancora di ripristinare l'accordo trilaterale con l'Ucraina scaduto qualche giorno fa. Recep Tayyip Erdogan ha promesso che discuterà «dell'accordo sul grano con il presidente russo Vladimir Putin. Credo che garantiremo la continuazione dell'accordo umanitario». Per questo secondo Erdogan l'Occidente dovrebbe «accontentare le aspettative della Russia». Mosca nega però che ci sia un incontro Putin-Erdogan in programma.
Ieri ancora bombardamenti a Odessa, in Crimea, dove secondo Kiev sarebbero stati usati anche missili supersonici. Sono state bruciate tonnellate di cereali e una nomn meglio precisata «importante struttura» è stata colpita. Gli Stati Uniti intanto hanno confermato l'utilizzo di munizioni a grappolo fornite da Washington «in modo abbastanza efficace» da parte delle forze armate ucraine.
E sempre a proposito di forniture militari, Emmanuel Bonne, consigliere del presidente francese Emmanuel Macron, ha ieri detto alla Cnn che la Cina «sta facendo cose che preferiremmo non facesse. Se sta consegnando armi? Beh, equipaggiamento militare... Per quanto ne sappiamo sta consegnando capacità militari massicce alla Russia».
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