Quegli ultimi sms indirizzati alle mamme: «Ti voglio bene», «Ci ha preso», «Moriremo»

Così due delle vittime hanno messaggiato in diretta le fasi della carneficina

Nino Materi

Eddie: «Mamma, ti voglio bene. Nel club stanno sparando».

Mamma: «Tu stai bene?»

Eddie: «Sono intrappolato in bagno. Sta arrivando. Ci ha preso. Sto per morire».

Dopo un attimo Omar Mateen «arriva». Così Eddie, 30 anni, muore. Ucciso. Crivellato di colpi. Il suo nome si aggiunge all'elenco dei martiri dell'odio. La Spoon River del fanatismo xenofobo è terribilmente lunga. Decine di giovani come Eddie. Entusiasti come Eddie. Omosessuali come Eddie e quindi, secondo la folle «logica» razzista di Matten, «meritevoli» di essere soppressi.

Prima di Eddie era toccato a Stanley, 34 anni, ragioniere: anche lui l'ultima frase, nella trappola del Pulse, l'ha dedicata alla madre: «Ti adoro», le ha scritto su Whatsapp prima di cadere sotto il piombo di Omar.

Al suo fianco il cadavere di Javier, 40 anni, originario di Porto Rico, ma che viveva a Orlando dove era supervisor per il marchio di moda Gucci. Poco più in là il corpo crivellato di Edward, 34 anni, che aveva trasformato in professione la sua passione per i viaggi: faceva il tour operator e ad aprile aveva coordinato la «prima crociera per soli gay».

Luis, 20 anni, era invece un ballerino e lavorava allo Starbucks di Kissimmee, in Florida: era al Pulse per ballare, non per morire. Stesso destino per Peter, 22 anni, che si era diplomato nel 2013 nel New Jersey e da settembre 2014 lavorava per la società di spedizioni UPS a Orlando.

Tra le vittime anche Kimberly, 37 anni: si era trasferito da appena due mesi a Orlando, per aiutare sua madre e sua nonna che vivevano lì. Aveva trovato lavoro al Pulse come buttafuori. Sulla pista macchiata di sangue c'è pure il corpo di Anthony, 25 anni: dopo la laurea alla Universidad del Sagrado Corazón nel 2010, si era trasferito a Orlando, dove si esibiva nei panni di una drag artist.

Xavier, 35 anni, era un ballerino e lavorava al Disney Live: era diventato papà da pochi mesi. Eric, 36 anni, era laureato in Comunicazione alla Universidad Central de Bayamón ed era appena stato assunto in un'azienda di marketing: sognava di farsi una famiglia.

Martin, 33 anni, una famiglia invece già ce l'aveva: originario di Porto Rico, aveva studiato all'Ana G. Méndez University System di San Juan ed era appena arrivato a Orlando con la moglie e due figli piccoli.

Altri nomi su cui piangere: Ivan, farmacista, avrebbe compiuto 24 anni questo mese; Luis, 22 anni, lavorava al parco divertimenti dedicato a Harry Potter alla Universal; Juan, 22 anni, era al Pulse col suo fidanzato, Christopher: il cadavere di Juan è stato trovato, Christofer è ancora

dato per disperso.

Simon e Oscar avevano entrambi 24 anni, erano fidanzati, progettavano una vita insieme: avevano da poco acquistato casa; un'abitazione con dentro ancora i cartoni imballati. Chiusi. Come fossero a lutto.

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