
Elogi al presidente americano Donald Trump e perplessità, per usare un eufemismo, sulla strategia dell'Unione europea per la pace in Ucraina. La reazione russa al vertice di Londra ha due costanti. Ieri il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha osservato come la politica estera Usa, adesso, «coincida in gran parte» con la «visione» della Russia. «La nuova amministrazione degli Usa sta cambiando rapidamente tutte le configurazioni di politica estera», ha annotato il portavoce di Vladimir Putin che parlato alla televisione di Stato. La «normalizzazione» del quadro russo-ucraino - ha aggiunto - potrebbe essere «rapida». A patto che i presidenti Trump e Putin abbiano la «volontà politica».
Ma ieri anche il ministro Sergey Lavrov ha detto la sua sul momento geopolitico. L'idea di inviare forze di peacekeeping dell'Unione europea, per Lavrov, risulta «arrogante». «Così come hanno portato l'attuale regime di Kiev al potere con le baionette e l'hanno spinto avanti, ora vogliono anche sostenerlo con le loro baionette sotto forma di unità di pace», ha commentato il diplomatico.
Non è cambiato il giudizio sul leader ucraino Volodymyr Zelensky, che Lavrov ha definito un «nazista puro». Il ministro degli Affari esteri ha rilasciato un'intervista al quotidiano Krasnaya Zvezda, che è stata ripresa dalla Tass. L'azione politica di Trump viene recepita con grande soddisfazione: «È un pragmatico. Il suo slogan è il buon senso.
Significa, lo vedono tutti, una transizione verso un modo diverso di fare le cose», ha chiosato Lavrov. Lo stesso che vede un solco tra la strategia americana e quella europea sull'Ucraina: «Gli Stati Uniti parlano apertamente di voler porre fine al conflitto in Ucraina, l'Europa chiede di continuare la guerra».
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