I 50 anni di Matteo Renzi hanno il sapore di un rilancio. Oggi, giorno del suo compleanno, l'ex premier dà il via a «nEXt», una nuova convention che non è solo un riferimento al suo passato di «ex» presidente del Consiglio, ma anche un chiaro messaggio per il «futuro». «La fase zen», ha ribadito in questi giorni, «è finita», e con il caso Open alle spalle dopo l'assoluzione, Renzi si prepara a una nuova fase politica. Circa mille persone sono attese al teatro Cartiere Carrara di Firenze, dove il discorso inizierà alle 11 di mattina. I temi principali saranno l'opposizione al governo di Giorgia Meloni, la critica alla cultura woke e i ringraziamenti alla sua comunità. Poi, spazio a un momento conviviale, a base di pappa al pomodoro e vino toscano.
La strada è chiara: Renzi lancia il suo centro politico, che deve essere d'ispirazione cattolica, ma con uno sguardo rivolto a sinistra. Il celebre «centro» del «campo largo» di Elly Schlein, lo stesso spazio politico che molti stanno cercando di rappresentare: dai riformisti di Libertà Eguale a Comunità democratica. «Chi occupa il centro vince», ha dichiarato ieri a Tagadà l'ex primo cittadino fiorentino. «Da oggi si fa sul serio», ha aggiunto, ribadendo che gli è tornata la voglia di fare politica. Ancora sull'essenzialità del «centro», sempre ieri, ha fatto notare: «Lo sa anche Meloni, per questo mi attacca». Aggiungendo, con una citazione: «Per parafrasare De Gasperi, quando il centro guarda a sinistra, i numeri non sono più quelli che ci si immagina». E «Italia viva - da oggi - sarà a disposizione di una cosa più grande».
I toni verso il governo sono decisi, perfino più duri di quelli di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. «Solo in Corea del Nord succede una cosa del genere, dove il leader ha a capo del suo partito la sorella», ha attaccato Renzi. E sullo sfondo, la questione della «norma» ad personam: «Vorrebbero che io, per fare le cose che ho sempre fatto, chieda il permesso a La Russa. Io a La Russa non lo chiedo il permesso, e tra il portafoglio e la libertà scelgo la libertà. Da oggi si fa l'opposizione gratis. Non mi intimidiscono, se c'è qualcuno che non si intimidisce ma si esalta, sono io», ha chiosato, sempre a La7.
Oggi a Firenze, sono attese due «sorprese»: una riguarda il finanziatore della convention, l'altra sarà in relazione all'esecutivo, e sarà un'offensiva. Intanto Francesco Bonifazi, senatore d'Italia Viva, è stato indicato per guidare la comunità di Iv in Toscana, con un occhio già puntato sulle prossime elezioni regionali. Il centrosinistra, con ogni probabilità, confermerà la fiducia a Eugenio Giani, governatore attuale.
Ieri, l'ex sindaco di Firenze ha sfoderato parte del suo repertorio, affrontando anche l'attualità geopolitica. Riguardo a Giorgia Meloni e al caso che ha coinvolto la giornalista Cecilia Sala, ha riconosciuto che la premier è stata «brava», ma non più di quanto non lo fosse stato Prodi con il «caso Mastrogiacomo». Anche il prossimo presidente degli Stati Uniti è stato al centro della discussione: «Non credo che Trump invaderà la Groenlandia, una terra che ha un'incredibile quantità di materie prime e di prodotti rari. È il linguaggio di Trump». Semmai, per il leader d'Iv, il problema è un altro: «Per noi la preoccupazione è nei numeri. Trump intende mettere i dazi e penso che quello sia il vero banco di prova per Giorgia Meloni e tutti noi siamo pronti a darle una mano. Se l'America ci mette i dazi non diciamo che sono dazi amari perché è un po' volgare ma è questo il concetto».
L'ex enfant prodige di Rignano sull'Arno arriva oggi «nel
mezzo del cammin» della sua vita con obiettivi rinnovati. Il punto di partenza saranno i «grazie», ai «genitori» e «alla mia famiglia». Poi un percorso, segnato dalla contrarietà a questo governo e dalla voglia di centrismo.
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