Botta e risposta tra il leader d'Italia viva e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Lo scontro, che dura almeno dal discorso di Renzi ad Atreju, si anima con una querela presentata dall'esponente di Fdi. Peraltro si scopre che la querela esiste da una settimana. «Vediamo chi è il quaquaraquà», fa presente Delmastro. Il riferimento è all'editoriale firmato sul Riformista da Renzi. Un corsivo il cui titolo è appunto «il ballo del quaquaraqua». Lo stesso testo nel quale si legge: «Perché tutti i quaquaraquà sono pericolosi. Quelli con la pistola però, lo sono ancora di più». È da qualche settimana che l'ex premier ha deciso di porre parecchi accenti su quanto accaduto nella notte di Capodanno, l'ormai noto caso dello sparo. Lo stesso per cui Pozzolo, deputato eletto con Fdi, è stato sospeso dal partito di Giorgia Meloni ed è indagato dalla magistratura.
L'occasione per animare la dialettica è la presentazione di «Palla al centro» (edito da Piemme), l'ultimo libro dell'ex presidente del Consiglio, a Biella, che è la città di Delmastro Delle Vedove.
Lo scenario è curioso: in quella città la sede di Fdi è in via Italia. Anche la libreria dove Renzi presenta il suo libro è in via Italia. E per qualche ora il primato della politica non risiede sui social. Ma il centro diventa un dibattito di prossimità, come accadeva un tempo. «Deve dirci la verità - ha esordito il leader d'Iv in conferenza stampa, riferendosi al sottosegretario - . Non mi interessa se ha buttata la nettezza in macchina o ha buttato gli avanzi nel cestino o se semplicemente ha raccontato una bugia perché voleva soltanto dire che non c'era. Ci sono dei punti che vanno affrontati». Per Renzi, la versione di Delmastro presenta quantomeno degli elementi da chiarire. E il fondatore d'Iv chiede che sia il sottosegretario sia sua sorella Francesca (che è il sindaco di Rosazza, oltre a una militante di Fdi dagli albori) si sottopongano al test del Dna «per verificare se su quella pistola non ci sono tracce». In aggiunta, i renziani presentano un'interrogazione per comprendere se Delmastro avesse «il diritto» di avere Pablito Morello come caposcorta. Il politico di Fdi però non resta a guardare, anzi. Sempre da Biella arriva appunto la novità della querela per diffamazione diretta a Renzi. «Se ha qualcosa da dire, oltre a illazioni» vada in procura, argomenta Delmastro, che ribadisce l'univocità della sua versione sul caso dello sparo e di essere a disposizione della procura.
La base territoriale biellese di Fdi, per contestare Renzi, si presenta con un dromedario. Un sit condito da un cartello con la scritta «Lo-Renzi d'Arabia». La provocazione è di semplice deduzione. E ad accompagnare il dromedario è stato Davide Zappalà, che è un testimone del caso Pozzolo, oltre a essere soprattutto l'assessore ai Lavori pubblici del Comune di Biella. Anche in questa circostanza, scatta una replica immediata alla protesta: «Gigantesco spot al libro, è la differenza tra gli influencer e i politici», incalza Renzi. Che poi insiste: «Se pensano di fermare uno come me con un dromedario e una querela...». Fdi Biella rincara via social: «Renzi, il puro, viene a Biella a raccontarci che qualcuno mente.
Perché non va in procura? Altrimenti sono solo illazioni. Fratelli d'Italia gliel'ha chiesto questa mattina...». Un pomeriggio di politica che assomiglia a una pagina di Guareschi, anche se nessuno dei due protagonisti ci terrebbe a recitare nella parte di Peppone.
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