Il dopo Conte è dietro l'angolo. Con il via libera in Consiglio dei ministri al Recovery plan, Italia Viva è pronta a staccare la spina all'esecutivo giallorosso. Oggi in conferenza stampa Matteo Renzi darà l'addio alla maggioranza. L'ipotesi di un governo Conte ter, con crisi pilotata e maggioranza invariata (Pd-M5s-Leu-Iv), appare, dunque, superata. Palazzo Chigi (Rocco Casalino) fa filtrare una velina per spiegare la posizione di Conte: «Se il leader di Iv Matteo Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di governo in piena pandemia, per il presidente Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Iv». Si apre la batteria di fuoco nel M5S. A ruota, tutti vanno dietro Conte: Crimi, Spadafora, Bonafede. «Bene, ha vinto la linea Casalino-Travaglio-Grillo», ribattono fonti renziane. Linea che porta allo scontro muscolare tra Conte e Renzi. Con l'epilogo di una conta in Aula. Al momento, i tentativi di mediazione, giunti da Goffredo Bettini per arrivare a un rimpasto, falliscono. Italia Viva fissa un prezzo altissimo: discontinuità al Ministero dell'Economia, veti sui ministri grillini Alfonso Bonafede (Giustizia) e Nunzia Catalfo (Lavoro) e ingressi nell'esecutivo di Maria Elena Boschi ed Ettore Rosato.
Il Conte ter resta in piedi come opzione. Ma con uno schema nuovo: i Responsabili al posto di Iv. Conte potrebbe andare alla sfida in Aula, vincerla grazie al soccorso dei responsabili, e varare alcuni cambi nella squadra dei ministri. Oppure sostituire i ministri renziani dimissionari, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, e poi chiedere un voto di fiducia. In prospettiva di un rimpasto si vocifera della promozione di Laura Castelli, viceministro dell'Economia, alla guida del ministero del Lavoro al posto di Nunzia Catalfo. Confermati gli ingressi in quota Pd di Goffredo Bettini e Andrea Orlando.
Clemente Mastella, sindaco di Benevento e marito di Sandra Lonardo, senatrice ex Forza Italia (ora al Misto), sta provando a organizzare i responsabili per salvare la poltrona a Conte. Mastella annuncia all'Adnkronos l'idea di «strutturare anche sul territorio i responsabili». Il Conte ter vedrebbe la luce grazie all'Udeur 4.0.
Terzo scenario: Conte perde la sfida in Aula. Le dimissioni nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella sono la strada obbligata. Si aprono le consultazioni. E qui gli scenari sono imprevedibili. Un reincarico a Conte appare impossibile. Italia Viva gioca su più tavoli. Renzi potrebbe decidere di riconfermare l'alleanza giallorossa con nuovo premier. I nomi sono due: Luigi di Maio o Dario Franceschini. Negli ambienti Cinquestelle si ragiona: «Solo con Di Maio a Palazzo Chigi siamo disponibili a nuova alleanza con Iv». Franceschini raccoglierebbe voti oltre il recinto del fronte M5S-Pd. Altro nome gradito all'ala moderata del centrodestra è Pier Ferdinando Casini.
Quarto scenario: un esecutivo di unità nazionale. Due i nomi in campo: Mario Draghi o Marta Cartabia. In questo caso si formerebbe un'ampia convergenza che va dal Pd alla Lega con Draghi o Cartabia a Palazzo Chigi. Opzione su cui i dem nutrono forti dubbi: «Escludo il nostro appoggio a un governo di unità nazionale», ha detto ieri sera il vicesegretario dem Andrea Orlando.
Quinto scenario: un esecutivo di centrodestra con l'appoggio di Italia Viva e una pattuglia di grillini «pentiti».
La scelta ricadrebbe sul presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati: figura istituzionale, già votata dal M5S alla guida di Palazzo Madama.C'è la sesta opzione: il voto anticipato. Prima del semestre bianco. Elezioni che in pochi vogliono, che però rischiano di essere lo sbocco di una crisi in piena emergenza sanitaria.
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