Ricorsi veloci e più rimpatri. Ammessi solo i veri profughi

Il piano del centrodestra contro l'allarme clandestini Il nostro Paese ultimo in Europa per numero di espulsi

Foto d'archivio
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Partendo dall'assunto innegabile che soltanto il 5 per cento dei 600 mila immigrati presenti in Italia ha diritto allo status di rifugiato, ossia è titolare di protezione internazionale o sussidiaria, si arriva all'elementare conclusione che tutti gli altri sarebbero qui per realizzare il proprio progetto economico. Già, ma la quasi totalità di costoro non sono inclusi nelle quote del decreto flussi. Vale a dire che in un modo o in un altro vanno rispediti a casa propria. Forza Italia, come ha chiarito il presidente Silvio Berlusconi, il piano per il rimpatrio degli immigrati irregolari ce l'ha pronto e si articola in tre passaggi: abolire i permessi umanitari, velocizzare le pratiche dei ricorsi e destinare le risorse ora impiegate per l'accoglienza ai progetti di rimpatrio.

Alla base del progetto c'è il blocco degli sbarchi. Non si scappa. «Il primo passo è senz'altro l'abolizione dei permessi umanitari che hanno rappresentato negli anni una misura irrisoria. Automaticamente si passa alla razionalizzazione della filiera che regola i permessi di soggiorno per evitare che una certa magistratura compiacente consenta accoglienza a chi non ne ha diritto, alimenti ricorsi e procedure farraginose. Giunti a questo punto si riescono a dirottare le risorse messe in campo dall'accoglienza al programma rimpatri». A sciorinare il piano è il senatore azzurro Maurizio Gasparri secondo il quale grazie a queste mosse «con cui abbiamo individuato l'obiettivo e la strada per raggiungerlo, il risultato è certo. E la prova è sotto gli occhi di tutti dice -. Ci siamo battuti come opposizione per avere un codice di condotta delle Ong e ci siamo riusciti. Infatti parecchie di queste sono state costrette ad abbandonare il Mediterraneo. Abbiamo quindi dato una mano al governo per invertire i flussi. In queste ultime settimane però stiamo anche assistendo a una nuova ondata. Ecco perché, quando saremo al governo, metteremo il punto sugli sbarchi. Siamo certi che a breve termine si potrà riuscire a rimpatriare anche 300 mila irregolari». E non manca un accenno alle inchieste ancora in mano alle procure siciliane: «Le Ong negli anni si sono trasformate da realtà di soccorso a realtà di favoreggiamento dei clandestini e dei trafficanti di uomini. Questo è un evidente reato. Stiamo aspettando che le inchieste aperte su alcune organizzazioni umanitarie si concludano con il giusto esito».

Certo è che a oggi i numeri sui rimpatri coattivi sbandierati dal Viminale sono davvero penosi a fronte di quelli che vantano altri Paesi dell'Unione. Nel 2016 la Germania ha rimpatriato 74 mila irregolari, il Regno Unito 36 mila, la Grecia poco meno di 20 mila infine la Polonia 18 mila. Il Belpaese risulta ultimo: solo 5mila 715. Mentre allargando l'ambito cronologico dal 2013 al 2016 i rimpatri effettuati nel complesso dal nostro Paese sono stati solo 21 mila a fronte di circa 660 mila immigrati che vi hanno fatto ingresso illegalmente. Dai dati del Viminale emerge che, escludendo i titolari di permesso umanitario, l'Italia negli ultimi 2 anni e 4 mesi avrebbe dovuto rimpatriare ben 53.832 non aventi diritto. Infatti nel 2015 su 34.107 stranieri rintracciati in posizione irregolare ne sono stati allontanati meno della metà ovvero 15.979 tra respinti alla frontiera e altri riammessi in paesi terzi o accettata la riammissione, gli altri 18.128 sono entrati in clandestinità. Nel 2016 su 41.473 irregolari ne sono stati allontanati 18.664, i restanti 22.809 sono in clandestinità.

Gli ultimi numeri ufficiali si fermano al primo quadrimestre dello scorso anno. Su 13.766 irregolari, 6.545 sono stati allontanati, gli altri 7.221 sono di fatto clandestini. Insomma viene fuori che a ricevere il foglio di via è una percentuale che non ha mai superato il 40 per cento di chi è identificato irregolare.

E se poi si volesse andare oltre, si sa bene che chi esce dai Cie con il foglio di via, non è detto che ottemperi all'ordine malgrado gli venga riconosciuto un bonus di 300 euro e il biglietto aereo per il paese d'origine.

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