Matteo Renzi vuole un "capo azienda" per la nuova Rai. E il nodo sulla riforma della televisione pubblica arriva al pettine. Il premier non è convinto del cosiddetto "sistema duale", cioè un consiglio di gestione e un consiglio di sorveglianza per la Rai. Sono queste le conclusioni del presidente del Consiglio durante l'invito con i componenti Pd della commissione di Vigilanza Rai e ai parlamentari delle commissioni competenti durante l'incontro al Nazareno.
Il nocciolo duro della "questione Rai" è tutto qui: chi nominerà il cda. Da lì in poi si delinerà il tipo di società e i poteri del direttore generale o presidente o amministratore delegato che dir si voglia.
L'altra decisione da prendere è la via parlamentare da intraprendere per riuscire davvero a fare una riforma seria della Rai che tenga lontani gli appetiti e gli interessi dei partiti. Tutti, tranne il partito del premier. Per questo Renzi punta a un amministratore delegato, con poteri più ampi rispetto a quelli attuali. Sembra questo il punto fermo della riforma che giovedì arriverà in consiglio dei ministri.
Sul resto, i giochi sono ancora aperti. Il disegno di legge è pronto, ma restano in campo due opzioni distinte sull'architettura complessiva e il nodo delle nomine da sciogliere. In entrambi i casi l'amministratore delegato resta di nomina governativa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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