Le risse di questa notte a Montecitorio tra Sel, M5s e Pd agitano e non poco le acque del governo. L'esecutivo teme che il piano di riforme possa naufragare sotto i colpi dell'ostruzionismo. Renzi ha deciso di intervenire e ha radunato i parlamentari dem per ridefinire la strategia da adottare in Aula per portare in porto le riforme. "Quello che è successo stanotte è un tentativo chiaro di bloccare il governo e non le riforme. Abbiamo cercato una mediazione in tutte le sedi. Ora siamo ad un bivio". Insomma la tensione continua a salire e il premier teme che le riforme possano essere un boomerang per lo stesso governo. C'è chi comincia a parlare di "voto anticipato", soprattutto dalle parti della minoranza dem, ma Renzi ribadisce: "Non si va al voto. Questo è uno scenario da escludere. Non accettiamo lezioni di moralità da chi sta distruggendo la credibilità del Parlamento". Poi il premier risponde a Grillo che aveva accusato il Pd di aver "massacrati la Costituzione di notte come fanno i ladri": "Non mi faccio certamente ricattare da Grillo sulle riforme costituzionali". Insomma ormai è muro contro muro tra maggioranza e opposizione.
Dopo tre giorni di scontri, risse, insulti, il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, ha chiamato il segretario generale del Quirinale per chiedere al presidente della Repubblica un incontro con le opposizioni, mentre i Cinque Stelle hanno deciso di disertare l’Aula, lasciando solo due colleghi per "vigilanza democratica". Intanto Renzi ribadisce: "Se la minaccia è ’ve la votate da soli è un problema loro. Se passa la logica per cui l’ostruzionismo blocca il diritto e dovere della maggioranza di fare le riforme è la fine". A buattare acqua sul fuoco ci prova il capogruppo dem a Montecitorio, Roberto Speranza: "Con grandissima sofferenza umana e personale arrivo a questo passaggio, mai avrei voluto arrivare a un momento del genere".
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