Rinvii nelle consegne, over 55, efficacia. Il piano vaccinale è un cantiere aperto

Oggi era previsto il via alla fase 2, ma il cronoprogramma del governo subisce un'altra rimodulazione. Dubbi sui produttori e sulle varianti

Rinvii nelle consegne, over 55, efficacia. Il piano vaccinale è un cantiere aperto

Sarebbe dovuto essere il lunedì della svolta, l'inizio della fase 2 (anzi della fase 1 e mezzo) del piano dei vaccini. Ma tra ritardi nella consegna delle dosi, regioni che annaspano, dubbi sulle procedure e sull'efficacia di alcuni farmaci, sarà un giorno interlocutorio in un percorso, quello dell'immunizzazione di massa dal Covid-19, per ora con più ombre che luci. Facciamo il punto della situazione.

Numeri. L'Italia ha opzionato 226,16 milioni di dose, che dovrebbero essere consegnate entro il secondo trimestre del 2022 con questa progressione: 20,36 milioni entro fine marzo 2021, 56,71 entro giugno 2021, 74,95 entro settembre 2021, 25,32 entro dicembre 2021 e il resto nei primi sei mesi del 2022. A tutto ieri, secondo il report del ministero della Salute, risultavano 1.115.022 persone completamente vaccinate (ovvero che hanno ricevuto sia la prima sia la seconda dose) mentre le somministrazioni totali sono state 2.535.295, l'87,7 per cento delle 2.890.575 dosi consegnate. La regione più efficiente è la Val d'Aosta, che avrebbe utilizzato addirittura il 102,1 per cento delle dosi ricevute. Ultima la Liguria (68,3).

Le fasi. La prima fase, dedicata operatori sanitari, residenti e personale delle Rsa e «over 80» è a buon punto solo per quanto riguarda le prime due categorie (che comprendono un totale di 1.974.324 persone). Per i più anziani (4.442.048 persone, ma alcuni di essi rientrano tra i residenti nelle Rsa) si sarebbe dovuto partire oggi ma le regioni procedono in ordine sparso. Solo il Lazio ce la fa oggi con i primi «over 80» tra gli oltre 203mila prenotati. Le altre regioni si districano tra rinvii, date da destinarsi e obiettivi lontani com eil 28 febbraio fissato dalla Lombardia. Probabile che ci siano ritardi anche nella fase successiva, che dovrebbero riguardare gli over 60, le persone con almeno una comorbilità cronica e il personale scolastico ad alta priorità. Questa finestra dovrebbe durare da aprile a giungo. Da luglio dovrebbe toccare a lavoratori dei servizi essenziali, dei carceri e delle comunità, persone con comorbilità moderata e il resto del personale scolastico. Poi, da ottobre, tutti gli altri. Ma tutto è in divenire. Il piano sarebbe stato modificato nel corso di una riunione tra governo, regioni e il commissario Domenico Arcuri alla luce delle rimodulazioni delle consegne.

Il dubbio over 55. Il vaccino AstraZeneca, le cui prime 249.600 dosi sono state consegnate sabato a Pratica di Mare, andrà somministrato soltanto agli «under 55». Si sapeva già, ma la discriminante finirà nero su bianco in una lettera alla Conferenza delle Regioni che fisserà anche le priorità per insegnanti, forze dell'ordine, servizi pubblici essenziali, comunità chiuse come le carceri, per un totale di 3,8 milioni. Una strategia, quella delle categorie prioritarie, che sconcerta l'assessore alla sanità del Lazio, Alessio D'Amato: «Se davvero dovremo selezionare a uno a uno tra gli under 55 gli appartenenti alle varie categorie partiremo tra due mesi. Io credo nel metodo Israele, vacciniamo tutta la classe 1966 senza perdere tempo nello stilare liste». Liste che nessuna regione italiana sembra avere pronte.

Serie A e serie B. Ma i vaccini che saranno inoculati in Italia (Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca, Johnson&Johnson, Sanofi-Gsk, Curevac) sono tutti uguali? «Cerchiamo di evitare di far passare questo: non ci sono vaccini di serie A e di serie B», dice Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova. E allora perché AstraZeneca è vietato agli «over 55»? E che dirà chi si beccherà il vaccino J&J la cui efficacia massima è data al 72 per cento ma addirittura al 57 in Sudafrica? Non è come giocare a testa e croce con la propria salvezza?

Le varianti.

A oggi in Italia ci sono 175 casi di varianti (167 inglese, 6 brasiliana e 2 sudafricana). I vaccini, secondo l'esperienza di Israele che è il Paese al mondo più avanti nel processo di immunizzazione collettiva, sembrano funzionare allo stesso modo con la variante inglese, meno con le altre due.

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