Rkia uccisa dal figlio Il proiettile nella testa sparato per un "gioco"

Il piccolo di 8 anni sarebbe tornato a casa con l'arma, presa nel capannone del vicino

Rkia uccisa dal figlio Il proiettile nella testa sparato per un "gioco"

Mancava solo la pistola. Quando è stata trovata, il quadro è apparso subito chiaro agli inquirenti, che sono rimasti sconvolti davanti a uno scenario ancora più triste di quello che avevano immaginato.

Rkia Hannaoui, residente ad Ariano Polesine, morta dopo essere stata trovata agonizzante in casa, è stata uccisa con un proiettile alla testa esploso dal figlio di otto anni. Un tragico errore, forse un gioco, ha armato la mano del bambino, che ha anche un fratello di undici anni. Ci sono ancora dettagli da chiarire, ombre, ma tutte le ipotesi sono agghiaccianti. Potrebbe essere stato lui stesso, il fratello maggiore o anche il vicino, Giacomo Stella, dopo essersi resi conto di quello che era appena accaduto, a portare via l'arma, abbandonandola in un terreno vicino all'abitazione, dove la marocchina 31enne abitava con figli e marito. Forse anche il coniuge avrebbe cercato di farescudo attorno ai bambini. Ma a questo punto, si tratta solo di dettagli. Il piccolo avrebbe usato la pistola del vicino di casa. L'uomo la teneva custodita all'interno di un capanno adiacente all'edificio. I due fratellini, forse semplicemente giocando, sarebbero riusciti a intrufolarsi all'interno e a prenderla. Poi sarebbero rientrati nella loro casa e si sarebbero diretti, come sempre fanno i bambini, dalla mamma che era in cucina.

Maneggiando l'arma sarebbe partito improvvisamente un colpo, che ha centrato alla testa la donna. Disperati, i due bimbi avrebbero chiamato in soccorso il vicino, che era in quel momento nel suo appartamento. Erano da poco passate le 13.30. L'uomo ha chiesto subito l'intervento delle forze dell'ordine e ha lanciato l'allarme al 118. Ma quel proiettile calibro 22, che l'autopsia ha escluso essere stato esploso da distanza ravvicinata, era entrato all'altezza della tempia sinistra e aveva già attraversato il cranio, conficcandosi nella parte destra. Impossibile per i medici salvarla. Quando sono arrivati, infatti, la casalinga marocchina giaceva nella cucina del piano terra dell'appartamento di via Fine ad Ariano Polesine. È stata trasportata in ospedale a Rovigo subito dopo e ricoverata nel reparto di terapia intensiva, ma neanche 24 ore dopo la commissione medica ha dovuto decretarne la morte. Il figlio, probabilmente terrorizzato da quanto era avvenuto, ha raccontato agli investigatori di aver visto la madre cadere sui fornelli, prima di stramazzare sul pavimento. La procura ha aperto un fascicolo per il reato di omicidio colposo.

Il marito della vittima, Lebdaoui Asmaoui, 52 anni, anche lui marocchino, aveva un alibi di ferro: era altrove con altre persone al momento dei fatti. Ha però confermato subito la versione del figlio minore, dicendo che la moglie stava parlando con la madre che vive in Marocco in videochiamata, quando sarebbe caduta accidentalmente, colpendo lo spigolo di un mobile in cucina e riportando la frattura del cranio.

Il vicino non aveva smentito, dicendo di essere stato chiamato dai piccoli e di aver trovato la vittima a terra, forse in un disperato tentativo di proteggere il bambino. Non è chiaro se sia stato lui o i due fratelli a disfarsi della pistola. All'uomo i militari hanno sequestrato 4 fucili, regolarmente detenuti, che custodiva proprio nel capanno adiacente al casolare. Nelle prossime ore i due adulti verranno ascoltati di nuovo, ma è ormai chiaro che dietro alla morte di Rkia si nasconde una tremenda fatalità.

La procuratrice Manuela Fasolato ha fatto sapere che procederà per le responsabilità sulla mancata custodia della pistola. La posizione dei bimbi, che non sono imputabili, verrà valutata invece dal Tribunale dei Minori di Venezia, a cui verranno trasmessi gli atti.

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