"Ho lavorato in questo Palazzo per ventitré anni, e prima ancora altri cinque a Strasburgo. La passione mi ha tenuta viva e integra". Rosy Bindi ha deciso di lasciare la politica. A 66 anni, 27 dei quali trascorsi in Parlamento, ha raccontato al Fatto Quotidiano perché non si candiderà più. "Fare politica non è un mestiere, ed è impossibile servirla senza quel fuoco che arde - ha promesso - finita questa legislatura lascerò il campo".
Nel 2018, a fine legislatura, metterà la parola fine al proprio impegno in politica. "La vita è più e meglio di ciò che facciamo, per quanto onorevole e gratificante", racconta la Bindi rivelando al Fatto Quotidiano che si dedicherà agli studi. "Voglio tornare al mio vecchio amore per la teologia". E poi viaggerà un po'. "Come dice Romano Prodi - continua l'esponente dem - finora sono stata in tutti gli aeroporti del mondo. Ma non mi ritirerò a vita privata. Maria Eletta Martini e Tina Anselmi finché hanno potuto si sono impegnate. E io vedo un gran bisogno di formazione alla politica e di ricostruzione delle reti associative".
Ad oggi la Bindi presiede la commissione Antimafia. All'interno del Partito democratica incarna l'anima antirenziana, anche se negli ultimi mesi si è tenuta fuori dal dibattito politico. "Ho lasciato una casa incompiuta e ora la ritrovo un po' diroccata - spiega - il Pd come si è visto non funziona se si trasforma in un carro al seguito dell'uomo solo al comando. Se riprende quella strada, forse avrà vita".
Nella lunga intervista al Fatto Quotidiano la Bindi racconta che papa Francesco è l'unico leader da seguire.
"Orlando ed Emiliano sono competitori veri di Renzi", chiosa soottolineando, però, che si sente più vicina a Orlando. "I miei amici stanno con lui - conclude - e io mi sento naturalmente più vicina alla sua idea di governo plurale del partito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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