Una Russia in difficoltà mette forse più paura di una Russia spavalda. E che Mosca qualche problema ce l'abbia nella sua avanzata sanguinosa ma tutt'altro che irresistibile in Ucraina lo dimostra una notizia shock diramata nella serata di ieri dal Financial Times, che cita fonti americane: la Russia avrebbe cghiesto assistenza militare alla Cina per sostenere l'offensiva in Ucraina.
L'escalation è dietro l'angolo. E preoccupa al momento soprattutto la Polonia, che ieri ha visto la gierra avvicinarsi pericolosamente ai suoi confini. Da Varsavia il presidente Andrzej Duda mette in preallarme gli alleati: «Se Putin usasse armi di distruzione di massa - dice alla Bbc - sarebbe un punto di svolta per la Nato». Secondo Duda il rischio di utilizzo di armi chimiche da parte di Mosca potrebbe diventare realtà qualora il presidente russo Putin si trovasse in «una situazione molto difficile». E per certi versi è già così, visto che «attualmente, politicamente, lui ha già perso la sua guerra e internamente non sta vincendo nulla». «Sicuramente - dice Duda - la Nato dovrà sedersi al tavolo e dovrà davvero pensare seriamente a cosa fare, perché a quel punto inizierebbe ad essere pericoloso, non solo per l'Europa, la nostra regione, ma per tutto il mondo».
Del resto che gli strateghi di Putin non si facciano troppi scrupoli lo dimostra quanto denunciato da un funzionario di polizia ucraino della regione di Lugansk, secondo cui l'esercito russo avrebbe bombardato la città del Donbass con ordigni al fosforo bianco. «Stanno scatenando sulle nostre città - scrive su Facebook Oleksi Bilochytsky, capo della polizia di Popasna, a un centinaio di chilometri a ovest di Lugansk - sofferenze indescrivibili e incendi».
Certo il Donbass è lontano dalla Polonia, ma Duda ha comunque paura. E dice no al trasferimento dei Mig 29 dalla Polonia all'Ucraina e a una possibile no fly zone. «Trasferire aerei, o provare a difendere i cieli sopra l'Ucraina contro gli aerei da combattimento russi, questa è una decisione strettamente militare e seria, perché significherebbe che i jet della Nato vengono mandati nello spazio aereo ucraino e questo creerebbe un confronto tra gli aerei Nato e quelli russi e questo significherebbe aprire una terza guerra mondiale».
Dello stesso parere è il segretario della Nato Jens Stoltenberg che in un'intervista alla Welt am Sonntag manifesta le sue preoccupazioni: «Dobbiamo restare vigili perché è possibile che la Russia possa pianificare operazioni con armi chimiche» e questo sarebbe un «crimine di guerra». No anche all'idea di una non fly zone. «Non cerchiamo alcuna guerra con la Russia. Questo significa che le forze russe dovrebbero essere attaccate, il che comporterebbe uno scontro diretto e si rischierebbe un'escalation incontrollabile. La guerra va chiusa non ampliata».
«Il mio messaggio a Putin - conclude Stoltenberg - è chiaro: metta fine a questa guerra. Ritiri tutte le truppe. E si riconosca nella diplomazia. La gente in Ucraina si sta battendo contro l'invasione con coraggio e decisione, ma i prossimi giorni porteranno probabilmente un'emergenza anche maggiore».
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