Il Parlamento polacco ha detto sì alla mozione presentata dal governo del partito Legge e Giustizia (PiS) per indire un referendum in concomitanza con le elezioni politiche del 15 ottobre e che conterrà un quesito sulla politica europea in materia di asilo. Dopo aver ottenuto l'appoggio dei deputati, la mozione sarà ora trasferita per la sua definitiva approvazione a una commissione legislativa che preparerà il progetto e i contenuti della consultazione popolare.
Secondo i piani anticipati dal PiS nei giorni scorsi, il referendum includerà quattro quesiti, uno dei quali relativo alla riforma dell'immigrazione dell'Ue che obbliga gli Stati membri a contribuire alla solidarietà con i ricollocamenti oppure pagamento 20 mila euro per ogni richiedente asilo non accolto. Gli altri tre quesiti riguardano la privatizzazione delle aziende statali, lo slittamento dell'età pensionabile a 67 anni e il rafforzamento del confine polacco con la Bielorussia, in un momento di massima tensione per la presenza di migliaia di mercenari del gruppo russo Wagner. Ovviamente quello sulla riforma dell'immigrazione è il punto che fa più discutere. Di fatto, il partito di governo chiederà agli elettori se siano favorevoli ad accettare «migliaia di immigrati clandestini dal Medio Oriente e dall'Africa» come parte di un piano di ricollocazione dell'Unione Europea, come ha detto domenica il primo ministro Mateusz Morawiecki, mentre il suo partito conservatore cerca modi di assicurarsi la vittoria alle elezioni di ottobre. Morawiecki ha anche pubblicato un video, sui social network, in cui ha mostrato le immagini relative alle violenze nelle strade e auto in fiamme, sottolineando così i pericoli che deriverebbero da una solidarietà eccessiva che non estirperebbe le cause reali della problematica. Vano è stato il tentativo dell'opposizione di fermare il referendum.
Nei giorni scorsi, il leader dell'opposizione Donald Tusk aveva duramente criticato il piano: «Questo referendum non è valido nel senso più profondo e più ampio del termine, e alcuni sostengono si tratti di un gioco politico; ma così il Pis sta facendo campagna elettorale per se stesso con fondi pubblici». Il risultato del referendum non avrà comunque un effetto diretto sulle politiche europee per i migranti, approvate dall'Ue l'8 giugno. MdM
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