"Se Draghi sa, parli". Matteo Salvini lo va ripetendo da giorni. Il riferimento è alle parole utilizzate dal premier durante la conferenza stampa di presentazione del dl Aiuti Ter a proposito dei "pupazzi prezzolati" al soldo di "nemici esterni" e di quelli che "parlano di nascosto ogni giorno con i russi e vogliono togliere le sanzioni". Nonostante le fonti di intelligence assicurino che non ci siano nomi italiani nel dossier sui 300 milioni di dollari con i quali secondo gli 007 di Washington la Russia avrebbe oliato i partiti politici di 20 Paesi a partire dal 2014, il discorso dell’ex capo della Bce non è stato morbido.
E tra una bacchettata e l’altra il nome del leader leghista, ad un certo punto, è venuto fuori esplicitamente a proposito delle sanzioni nei confronti di Mosca. "Bisogna continuare sul sostegno all'Ucraina finché non vinca la guerra di liberazione. Ritengo che debba essere questa la linea del governo. All'interno del centrodestra – aveva aggiunto il premier - ci sono tanti punti di vista, mi vuole far dire che quello di Salvini prevale, non lo posso dire". "Però - si era affrettato a precisare Draghi - è una visione che il Governo attuale non condivide".
La replica del segretario leghista non si era fatta attendere. "La Lega ha sempre sostenuto le sanzioni", ha ribattuto Salvini nei giorni scorsi. E oggi ai microfoni di Radio Anch’io è tornato ad incalzare il premier: "Le parole di Draghi sono state gravi e io vorrei che andasse avanti, perché ha detto che in Italia ci sono corrotti da potenze straniere. Il presidente del Consiglio in carica, pagato da noi e che rappresenta tutti noi, se ha dei nomi di qualcuno che in qualche ruolo, politica, impresa, giornalismo, è corrotto o finanziato da potenze straniere faccia nomi e cognomi altrimenti sono chiacchiere al vento di una certa gravità".
"Ci sono altri segretari di partito che chiedono conforto all'estero io sto qui e cerco di aiutare gli italiani", è stata poi la stoccata rivolta ad Enrico Letta, reduce dalla trasferta a Berlino in cui ha incassato un discusso endorsement da parte del cancelliere Olaf Scholz. Dall’hotel Villa Romanazzi Carducci di Bari, tappa pugliese del suo tour elettorale, il leader leghista stamattina mette in chiaro che un coinvolgimento di Mario Draghi nel prossimo governo non è contemplato. "Chiediamo il voto per la Lega e per il centrodestra. Non vedo ruoli per il premier o per tecnici, anche per rispetto nei confronti di Draghi e perché se uno vota la Lega, vota per la Lega, se uno vota per il centrodestra, vota per il centrodestra. Con tutto il rispetto per gli Stati Uniti", ha detto Salvini, con un velo di polemica per le parole dell’ex segretario di Stato, Henry Kissinger, che in occasione della cerimonia organizzata a New York per premiare l'ex Bce come miglior statista dell’anno, ha detto che l'attuale premier "continuerà ad essere con noi ancora per molto tempo".
"Negli Usa a breve, ci saranno le elezioni politiche di medio termine e anche lì, le osservo da lontano e non mi permetto di dare indicazioni o pareri", ha protestato Salvini.
Anche Silvio Berlusconi, nei giorni scorsi, si era augurato che Draghi in futuro potesse avere un ruolo "adeguato alla sua competenza e al suo prestigio". L'alleato leghista, però, ora mette in chiaro che il suo posto non potrà essere all'interno di un nuovo esecutivo di centrodestra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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