Salvini a Paragone: "Le porte sono aperte"

Dopo la conferma dell'espulsione del comitato di garanzia 5Stelle il leader della Lega apre al senatore

Salvini a Paragone: "Le porte sono aperte"

Le "sirene" leghiste richiamano Gianluigi Paragone.

Matteo Salvini, a poche ore dalla conferma dell'espulsione dal M5S da parte del comitato di garanzia, non commenta "casi singoli e personali" ma, nelle sue parole, apre al giornalista che d'altronde, del partito di via Bellerio ha condiviso buona parte della sua storia. "Le porte della Lega sono aperte per chi crede nel cambiamento e non vuole abbracciare Renzi e Zingaretti", ha dichiarato l'ex ministro dell'Interno che apre in modo chiaro le porte dei gruppi parlamentari agli insoddisfatti provenienti dall'ex alleato di governo, il Movimento 5 Stelle.

D'altronde, negli scorsi mesi ci sono già stati dei passaggi di campo, come quelli di Ugo Grassi e Stefano Lucidi e non è detto che anche Gianluigi Paragone non decida di fare la stessa cosa, anche se il senatore ha dichiarato di di non sentirsi fuori dal M5s: "Loro non mi hanno espulso".

Il senatore era finito sotto accusa per aver votato contro la fiducia al governo sulla legge di Bilancio, e per alcune posizioni critiche nei confronti del movimento negli ultimi tempi, a partire proprio dalla nuova alleanza dei 5Stelle con il Pd. Inoltre, tra le dichiarazioni che hanno fatto più clamore quelle nell’intervista ad Agorà dove Paragone aveva dichiarato che “Di Maio non ha più il potere del capo politico”.

Così è arrivata l’espulsione da parte dei probiviri del movimento, confermata dal comitato di garanzia composto da Vito Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri che nel documento prodotto hanno evidenziato che “c’è la conferma nel merito della ‘gravità‘ del comportamento del parlamentare, evidenziata dal collegio dei probiviri”, Eugenio Piccolo, legale di Paragone, intanto sta valutando un ricorso alla giustizia ordinaria evidenziando che, a suo avvito, il Comitato di garanzia dei pentastellati non avrebbero fatto alcuna valutazione delle eccezioni pregiudiziali sollevate dagli interessati, soprattutto relativamente alla composizione del collegio probiviri e del comitato di garanzia "dove siedono membri in palese conflitto d'interessi. Non si possono svolgere quei ruoli se si ricoprono altri incarichi politici".

Nonostante le dichiarazione, oramai il rapporto tra M5S e Paragone sembra arrivato ad un punto di non ritorno e lo stesso giornalista, ex direttore de La Padania, in una dichiarazione ha affermato che "si stava meglio con il Carroccio perché

insieme rappresentavano meglio le forze antisistema".

Nel frattempo, tra espulsioni e addii sono 26 i parlamentari che hanno lasciato o stanno per farlo, le file del M5S, facendo tremare Conte per la tenuta del governo.

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