Dopo l'annunciata querela che Matteo Salvini ha intenzione di sporgere nei confronti di Roberto Saviano come abbiamo scritto sul Giornale.it, adesso è il turno di Luigi di Maio e Carlo Calenda. Il motivo? Sempre lo stesso: la sinistra attacca il centro-destra con le solite farneticazioni dell'appoggio russo per le elezioni. Al leader della Lega non è andata giù l'etichetta che il trio ha usato nei suoi confronti ed è passato al contrattacco.
"Io li querelo"
"A sinistra quando non sanno cosa dire tirano fuori la Russia. Io li querelo. Saviano, Calenda, Di Maio: dell'agente russo lo dai a qualcun'altro perché con le famiglie italiane non si scherza", ha affermato Salvini durante una conferenza stampa a Coregliano Rossano, in Calabria. Va bene la campagna elettorale, ma sparare a zero sugli avversari in questo modo non ha precedenti nella storia recente italiana. Come abbiamo visto sul Giornale, Luigi Di Maio ha incentrato tutto il suo interesse sulle "ombre russe" e i pericoli che correrebbe il Paese se il 25 settembre la spuntasse il centrodestra. I feroci attacchi sono stati anche a danno di Giorgia Meloni, leader di Fdi, che ha definito "indegno" un ministro "pagato dai cittadini per screditare e rendere debole la propria nazione agli occhi degli Stati esteri, soprattutto in una fase delicata come questa".
"Trio sfascia conti"
Sulla pagina Facebook, infatti, il ministro degli Esteri ha definito "trio sfascia conti" la Meloni, Salvini e Berlusconi "a causa delle ricette economiche distruttive di tutti e tre e della scelta di modificare il Pnrr", mettendo "a rischio i risparmi degli italiani, isolerà l’Italia in Europa e farà saltare i fondi del Pnrr. Rischiamo una guerra economica, una catastrofe dagli effetti devastanti", ha scritto Di Maio. Follie in libertà di chi vede ormai la fine del mandato e prova a gettare fango per mettersi in luce.
"Armistizio per soluzione"
Nonostante critiche e insulti gratuiti, Salvini ha proposto una sorta di time-out per provare a risolvere la bollente questione economica che rischia di sfuggire definitivamente di mano. "La Lega chiede alla politica, uniamoci, oggi, domani dopodomani, di mattina, pomeriggio, notte non c'è bisogno di fermare la campagna elettorale come dice Calenda, perché ha capito che ha già perso. Esiste la tecnologia, le call, io propongo ai miei colleghi capi partito su tema luce e gas armistizio, pace, soluzione comune". Il tema caldo, neanche a dirlo, riguarda gli abnormi aumenti di luce e gas.
Saranno circa 30 miliardi di euro i soldi necessari "per bloccare adesso gli aumenti - ha affermato Salvini - senza incorrere in sanzioni europee, senza essere accusati di aiuti di Stato. Chiedo questo e mi aspetto che Calenda, Renzi, Letta Conte... Dò per scontato che amici Silvio (Berlusconi, ndr) e Giorgia (Meloni, ndr) siano d'accordo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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