Salvini alla sbarra acclamato ai gazebo. Orbán e Vannacci i due sponsor di lusso

Il leader della Lega a Firenze col generale. E il premier ungherese: "Sarò a Pontida"

Salvini alla sbarra acclamato ai gazebo. Orbán e Vannacci i due sponsor di lusso
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Generali e Patrioti. Matteo Salvini rilancia la sua corsa Controvento, come da titolo del suo ultimo libro. A una settimana dalla requisitoria di Palermo, dove i pm hanno chiesto per il segretario della Lega sei anni di carcere, Salvini incassa due endorsement giudiziari di lusso: a Firenze Roberto Vannacci sale sul palco con lui e firma la sua solidarietà al banchetto di piazza Beccaria, come migliaia di italiani che si sono messi in coda in centinaia di comuni per testimoniare la loro vicinanza al vicepremier. Contemporaneamente esce un breve video in cui il primo ministro ungherese Viktor Orban stringe la mano all'amico italiano e i due si danno appuntamento per domenica 6 ottobre sul pratone storico di Pontida.

«Salvini - afferma Vannacci - è simbolo della difesa della patria». Dicono che il generale sia una mina vagante che potrebbe scalare la Lega o, peggio, sfruttare la popolarità acquista con le Europee per dare vita a un suo partito in concorrenza da destra con via Bellerio. Tutto può essere ma in questa domenica di inizio autunno Vannacci abbraccia idealmente il segretario azzoppato da quel presagio di condanna: «Sono qua per Matteo Salvini. Per una frangia politica difendere la patria è un reato. Per la sinistra i confini li dobbiamo aprire, deve entrare chiunque e chiunque si riconosca nell'articolo 52 della Costituzione, che stabilisce il sacro dovere della difesa della patria per ogni cittadino, non va bene. Figuriamoci un ministro».

Insomma, al di là delle indiscrezioni giornalistiche, il legame fra i due è saldo, almeno per ora, e Vannacci si spende in difesa del segretario, mettendo in modalità pausa le proprie ambizioni. «Io - aggiunge l'ufficiale - ho piena fiducia nella magistratura e sono convinto che Salvini dimostrerà la sua innocenza e che la magistratura glielo riconoscerà».

In effetti, la partita di Palermo è aperta: il 18 ottobre sarà Giulia Bongiorno, l'avvocato del leader leghista, a prendere la parola e a spiegare che Salvini, in quei frangenti drammatici dell'agosto 2019, cercava di tutelare gli interessi del Paese e non calpestò dalla sua poltrona del Viminale i diritti umani dei profughi a bordo della nave della Ong spagnola.

Si vedrà. In questo week end c' è stata un'esplosione di banchetti e centinaia di persone hanno aggiunto il loro nome all'elenco di quelli che ritengono anomali questo processo e questa mossa della magistratura.

Solo on line sono state raccolte tredicimila firme e in alcune regioni si registra un'impennata delle iscrizioni al partito. Settecentocinquanta tesserati in 48 ore in Veneto, un migliaio in Sicilia negli ultimi tempi, solo per citare due dati da un capo all'altro del Paese.

Sarà un crescendo di manifestazioni e sul calendario spicca il meeting che si terrà a Pontida domenica 6 ottobre, vigilia dell'anniversario della battaglia di Lepanto, 7 ottobre 1571, e in quell'occasione ci sarà anche Orban.

Certo, Salvini marca la sua virata a destra, mentre Giorgia Meloni

con Raffaele Fitto commissario lo scavalca al centro e approda dalle parti di Ursula von der Leyen. Ma anche la destra destra, come insegna la nascita in Francia del governo Barnier, potrebbe non essere più così marginale.

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