Alla prova dei fatti, il monito di Draghi («fate lavorare il governo») ha avuto un primo parziale smacco. La Lega di Salvini, infatti, non ha ritirato (e quindi ha ottenuto la conta) l'emendamento presentato dal capogruppo Massimiliano Panizzut al Dl Covid in discussione alla commissione Affari sociali della Camera che prevede la decadenza dell'obbligo del super green pass allo scadere dello stato di emergenza (in calendario il prossimo 31 marzo). I leghisti quindi si sono trovati a votare compatti con l'opposizione mentre Forza Italia annunciava l'astensione su un provvedimento. «Nel merito mi sento abbastanza vicino a quel che pensa la Lega - spiega l'azzurro Roberto Bagnasco - : si tratta di una richiesta che viene dalla realtà del Paese. La situazione è analoga a quanto sta succedendo nella maggior parte dei Paesi europei. Però, ritengo che il valore della coesione della maggioranza, in cui Fi ha sempre creduto, sia un valore importante».
Lo stesso Berlusconi in mattinata aveva diffuso una nota in cui si raccomanda prudenza nell'allentamento delle misure di contenimento della pandemia pur riconoscendo che l'emergenza è agli sgoccioli e nella quale annuncia un piano per uscire dall'emergenza che a giorni sarà consegnato a Draghi. «La decisione di allentare le restrizioni a partire dal 31 marzo - spiega il leader azzurro - restituirà a molti settori e imprese che si trovano in difficoltà la possibilità di rimettersi finalmente in carreggiata. Siamo dunque al lavoro per scrivere un piano di graduale dismissione del green pass a partire dai contesti che, secondo gli esperti, risultano meno pericolosi per la salute pubblica, come le attività commerciali e di intrattenimento. Questo piano verrà consegnato al governo nei prossimi giorni. Il nostro obiettivo è quello di consentire agli italiani di poter godere di una stagione estiva senza più limitazioni, finalmente spensierata».
«Il mio partito - commenta amara la leader di Fratelli d'Italia - non si rassegnerà mai alla deriva liberticida di questo governo». «Il mondo libero guarda esterrefatto all'anomalia italiana - commenta Giorgia Meloni - e alla perdita di democrazia della nostra Nazione. Un governo sostenuto per paura del voto dal 95% del Parlamento e per tornaconto da tutti i grandi media».
Sulla bagarre in commissione Affari sociali (dove tra l'altro è stato bocciato anche un emendamento proposto dai grillini che chiedeva di estendere alle parafarmacie la possibilità di processare i tamponi) si è espresso anche il segretario dem che si è detto «colpito» dal voto della Lega. «La nostra responsabilità per l'oggi è a sostegno di questa maggioranza larga, inedita, unica, irripetibile, faticosa ma capace di dare risultati importanti. Questo nostro atteggiamento di serietà continuerà, come è stato fin dall'inizio. Chiediamo a tutti di essere altrettanto seri e responsabili». Il leghista Claudio Borghi ritiene, però, che il tema meriti la discussione dell'aula di Montecitorio. Ed esorta il suo partito a ripresentare l'emendamento.
Il voto di ieri, però, viene stigmatizzato da Osvaldo Napoli di Coraggio Italia.
«Qual è il senso politico di un emendamento che chiede, contro il parere del governo, di abolire tutte le restrizioni, compreso il green pass, una volta cessato lo stato d'emergenza? - si chiede il parlamentare - Ci pensi Salvini, e scoprirà che l'unico danno provocato da certi atteggiamenti è alla credibilità della politica in generale, e del suo partito, e molto meno alla strategia del governo».
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