Sanità, la dotazione cresce a 3,5 miliardi

Oltre ai 2,3 miliardi destinati al Fondo vanno aggiunti 1,2 miliardi destinati agli infermieri

Sanità, la dotazione cresce a 3,5 miliardi
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Ignoranza, superficialità e soprattutto tanta malafede. Le critiche nei confronti degli stanziamenti della legge di Bilancio per i capitoli sanità e scuola denunciano quasi sempre questi «peccati originali». Magari sono più fragorose quando a lamentarsi è la segretaria del Pd, Elly Schlein, che parla di «batosta» sebbene non abbia mai dotato le sue proposte di aumento della spesa pubblica di adeguata copertura finanziaria. E, soprattutto, dopo che i governi cui ha partecipato il suo partito hanno lasciato in «eredità» 175 miliardi di bonus edilizi e una trentina di miliardi di aggravio per le uscite pensionistiche. Meno rumorosi ma non meno significativi i mugugni di alcuni ministri e di parti della maggioranza. Evidentemente invece di leggere i numeri, tutti i numeri della manovra uscita da Palazzo Chigi si sono fermati alla lettura dei resoconti di Stampa e Repubblica.

Come stanno veramente le cose? Partiamo dalla sanità. Se ci si sofferma sui 2,3 miliardi in più destinati al Fondo sanitario nazionale, si ottiene solo una visione parziale. Ma a scrutarli bene si nota come non poca attenzione sia stata dedicata al personale ospedaliero con gli incrementi dell'indennità di specificità e dell'indennità di pronto soccorso per le professioni infermieristiche e di operatore socio-sanitario (50 milioni nel 2025 e 435 milioni dal 2026). Le statistiche del governo evidenziano anche un'altra realtà: in Italia gli infermieri sono 304mila (di cui 284mila a tempo indeterminato), in media percepiscono una retribuzione di 35.500 euro. Il range contrattuale, infatti, varia da 24mila a 41mila euro cui poi si aggiungono le indennità notturne (4 euro/ora) e di pronta disponibilità (1,8 euro). In ogni caso, le maggiorazioni retributive previste in manovra consentiranno di aumentare il salario medio a 39.548 euro con i rinnovi contrattuali 2022-2024 e 2025-2027. I compensi medi, pertanto, resteranno all'interno della «fascia protetta» dal taglio del cuneo fiscale, dell'accorpamento Irpef e della nuova detrazione salvaguardando oltre mille euro dal Fisco rispetto al 2022, ultimo anno senza sgravi contributivi. Insomma, è come se a questa speciale categoria fossero destinati complessivamente 1,2 miliardi, decretando di fatto un aumento di 3,5 miliardi dello stesso Fondo sanitario nazionale. E se i medici hanno deciso di scioperare perché la manovra si concentra sulle figure dirigenziali da un lato e sugli specializzandi dall'altro, non si comprende perché Nursing Up, sindacato minoritario della categoria, abbia deciso di scendere in piazza al loro fianco. Non solo per il fatto che, come visto, non sono penalizzati ma anche perché di recente i camici bianchi si sono opposti con decisione alla possibilità per gli infermieri con laurea magistrale di prescrivere farmaci e ausili, ipotesi avallata dal ministro della Salute Schillaci. «Vogliamo tenere aperta la porta del dialogo con il governo», spiega Andrea Bottega, segretario Nursind (il principale sindacato di categoria con 53mila iscritti), aggiungendo che «ci sono stati segnali importanti, ma per rendere più attrattiva la nostra professione in un contesto demograficamente difficile sarebbe opportuno anche prevedere una detassazione degli straordinari notturni e festivi come si è fatto per il turismo».

E di questione demografica occorre parlare anche quando si affronta il capitolo scuola. Il blocco del turnover al 25% determina per il comparto Istruzione una dotazione organica ridotta di 5.660 docenti e 2.174 unità di personale amministrativo per un risparmio di 88 milioni l'anno prossimo e 266,7 milioni dal 2026. Al di là del fatto che il testo predisposto dal ministro Giancarlo Giorgetti consente di ridurre il taglio per decreto a invarianza di spesa, il disappunto di Viale Trastevere pare ingiustificato. Con le nascite in calo al ritmo del 3% annuo ben sotto le già preoccupanti 400mila unità, riempire le scuole pubbliche di insegnanti, bidelli e segretari non ha significato se non quello di offrire un «ammortizzatore sociale» a 7.834 persone a tutto discapito della collettività. A conti fatti, uno spreco di danaro.

E proprio la lotta agli sperperi di cui Giorgetti si è incaricato ha già portato buoni risultati in termine di revisione al rialzo dell'outlook da parte di Fitch e di conferma da

parte di S&P. Oggi sarà la volta di Dbrs e il 25 novembre chiuderà la stagione Moody's. Con 400 miliardi di debito pubblico da collocare ogni anno questi sono i giudizi che contano. Non quelli di Elly Schlein e compagni.

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