Santanchè: "Continuo a lavorare tranquilla". Forza Italia la difende: "Garantisti sempre"

La ministra ribadisce: "Il mio mandato nelle mani di Meloni". E Tajani: "Si è colpevoli solo dopo il terzo grado di giudizio"

Santanchè: "Continuo a lavorare tranquilla". Forza Italia la difende: "Garantisti sempre"
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Dice Antonio Tajani: «Io sono garantista per tutti. Credo che un cittadino, qualsiasi esso sia, debba essere ritenuto colpevole soltanto quando c'è una sentenza passata in giudicato. Quindi, per quanto ci riguarda non c'è alcun problema nei confronti del ministro Santanchè».

È una discesa in campo netta in difesa del ministro del Turismo, quella dettata ieri dal vicepresidente del Consiglio e leader di Forza Italia. Il rinvio a giudizio disposto venerdì nei confronti del ministro del Turismo Daniela Santanchè, che ha scatenato la richiesta di dimissioni da parte dell'opposizione, secondo Tajani non è motivo sufficiente per pretendere un passo indietro della Santanchè: «Per quanto concerne Forza Italia non c'è alcuna richiesta di lasciare il posto di ministro», dice il leader azzurro.

La diretta interessata continua a seguire la linea già indicata a botta calda, dopo la decisione del giudice preliminare milanese Anna Magelli che ha disposto per il prossimo 20 marzo l'inizio del processo per falso in bilancio nei suoi confronti e di altri 15 imputati per la gestione della società capogruppo Visibilia e di due collegate: «Il mio mandato di ministro - aveva spiegato la Santanchè a chi l'aveva contattata già venerdì sera - è pienamente nelle mani del presidente del Consiglio. È Giorgia Meloni a dover decidere se ci sono le condizioni perché io continui a ricoprire il ruolo che mi ha affidato. E siccome in queste ore non l'ho sentita continuerò a fare il mio lavoro tranquillamente».

La premier è in America all'insediamento del presidente Donald Trump, e in questi giorni la sua agenda ha sicuramente temi più pressanti del caso Visibilia. Al suo ritorno in Italia appare improbabile che voglia offrire la testa del suo ministro alle opposizioni, visti anche i toni con cui viene pretesa («Questo silenzio sull'indifendibile ministra è incredibile», dice ieri il capo dei Verdi Angelo Bonelli). Diversa sarà la situazione a partire dal 20 marzo, quando inizieranno le udienze del processo per falso in bilancio, destinate a finire con grande risalto sui media. I tempi del processo non sono preventivabili, la seconda sezione del tribunale di Milano - cui è stato assegnato il caso - è carica di lavoro, e le udienze potrebbero venire diluite nel tempo: un ritmo di una udienza alla settimana appare troppo ottimistico. Di fatto, la Santanchè verrebbe sottoposta a uno stillicidio di esposizione mediatica destinato a protrarsi almeno fino all'estate, e con tutta la prima parte del processo destinata agli interrogatori dei testimoni d'accusa. È in quelle settimane che le pretese di dimissioni potrebbero intensificarsi.

Ma, salvo ripensamenti della

Meloni, il ministro del Turismo è intenzionata a restare al suo posto anche per tutta la durata del processo: convinta, come ha ribadito anche nelle ultime ore, che «alla fine l'unica sentenza possibile sarà una assoluzione».

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