"Sarò sempre contro l'aborto". L'assessore Latini è più forte delle minacce

L'assessore della Regione Marche, Giorgia Latini, parla delle minacce ricevute nei giorni scorsi per la sua contrarietà all'aborto: "Non mi faccio intimorire, sarò sempre per il diritto alla vita"

"Sarò sempre contro l'aborto". L'assessore Latini è più forte delle minacce

"Sono stata sempre contraria all’aborto quindi sicuramente avrò piacere di esprimere questa mia posizione qualora questo tema venisse affrontato in giunta". Queste parole, pronunciate più di un mese fa ai microfoni del Tgr Marche, in onda su Rai 3, sono costate al neo assessore alla Cultura, Istruzione e Pari Opportunità della regione guidata da Francesco Acquaroli, Giorgia Latini, una serie di insulti e minacce.

"Questa è guerra", "andiamo a bruciargli casa", sono alcune delle frasi impresse su cartelli e striscioni posizionati nei giorni scorsi davanti ai consultori di diverse città marchigiane. Ma l’assessore finita nell’occhio del ciclone resta ferma sulle sue posizioni. "Non potrebbe essere altrimenti, figuriamoci se mi faccio intimorire dalle minacce – spiega al Giornale.it – in quell’intervista è stata chiesta la mia opinione e io l'ho espressa liberamente, ognuno è libero di esprimerla, finché non si scade in insulti come è accaduto nei miei confronti".

Si aspettava una reazione del genere?

"Non mi aspetto mai reazioni violente perché non è il mio modo di agire, prediligo sempre il rispetto delle reciproche opinioni e il confronto democratico".

Si è fatta un’idea di chi ci sia dietro le proteste dei giorni scorsi?

"Non so davvero chi ci sia dietro e se ci sia qualcuno".

Perché è contraria all’aborto?

"Questa è la mia personale visione. Io non abortirei mai e mi schiero sempre e comunque a favore della vita e della maternità. Anche il Santo Padre su Canale5 ha affrontato il tema dell’aborto dicendo che non è un problema religioso, ma un problema umano, pre-religioso, è un problema di etica umana".

Alcuni sostengono che le nuove linee guida del ministero della Salute, che consentono la somministrazione della pillola Ru486 anche nei consultori e fino alla nona settimana di gravidanza, siano in contrasto con la legge 194, è d’accordo?

"Esiste una sentenza del Tar della Puglia che sostiene che l’interruzione della gravidanza 'può (...) avvenire esclusivamente nelle strutture a ciò autorizzate'. Essa giustifica il dubbio sulla legittimità della circolare ministeriale, poiché in contrasto con quanto afferma la legge 194. Ritengo che la circolare ministeriale non possa prescindere formalmente da una modifica legislativa".

Pensate, come è successo in altre regioni, ad esempio il Piemonte, ad una proposta di legge regionale per vietare la somministrazione della pillola abortiva nei consultori?

"Oggi nelle Marche la pillola abortiva viene somministrata solo nelle strutture ospedaliere. I consultori devono essere potenziati nella loro attività di sostegno alle donne e ci muoveremo in questa direzione. Ritengo che le istituzioni debbano, osservando le leggi, sostenere il più possibile la donna a scegliere in libertà e con coscienza, anche attraverso iniziative di sostegno psicologico o economico".

Ogni volta che si parla di aborto si scatena la bagarre politica, pensa che questo tema ormai sia diventato un tabù?

"Mi piacerebbe, invece, che se ne parlasse sempre di più e che si affrontasse questa tematica da molteplici punti di vista, soprattutto in questo periodo storico in cui viviamo una forte denatalità".

Sporgerà denuncia contro chi l’ha minacciata?

"Non credo, queste azioni si commentano da sole. Mi è dispiaciuto che si sia scesi a questi toni, soprattutto in un dibattito così delicato che deve essere sempre affrontato nel rispetto reciproco e nella tutela di ogni posizione, come sempre abbiamo sostenuto. Il rispetto di chi manifesta una posizione in un Paese democratico. Per me certe espressioni sono inconcepibili".

Cosa risponde a chi l’ha criticata in questo modo?

"A chi mi ha minacciata rivolgo la mia preghiera, affinché certi sentimenti di odio possano trasformarsi in leale dialettica".

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