Sbarra: "Ora il patto sociale, ma senza salari minimi di Stato"

Il lavoro di qualità e stabile, la crescita dei salari ed il recupero del potere d'acquisto eroso dall'inflazione, le riforme e gli investimenti, la maggiore flessibilità per le pensioni

Sbarra: "Ora il patto sociale, ma senza salari minimi di Stato"

Il lavoro di qualità e stabile, sicuro, non povero; la crescita dei salari ed il recupero del potere d'acquisto eroso dall'inflazione agendo sul fisco e sulla contrattazione; le riforme e gli investimenti, con l'utilizzo delle risorse del Pnrr, per la ripartenza del Paese; la maggiore flessibilità per le pensioni. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra (foto), apre il XIX congresso confederale «Esserci per cambiare. Persona, lavoro, partecipazione per il futuro del Paese» e che sabato vedrà la sua rielezione alla guida del sindacato di via Po. Oltre mille i delegati presenti all'assise. In platea diversi esponenti del governo, tra cui i ministri del Lavoro Andrea Orlando e della Salute Roberto Speranza, e leader politici: il segretario del Pd Enrico Letta, della Lega Matteo Salvini, la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, quello del M5s Giuseppe Conte, il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani. Dal congresso Sbarra rilancia «la sfida» per il patto sociale. Con un primo «pilastro strutturale» da mettere in piedi che è quello di «una nuova politica dei redditi suggellata da un accordo trilaterale tra governo, sindacato e mondo delle imprese», agendo dunque «insieme» e azionando la leva fiscale e contrattuale.

Ma, avverte, «non servono automatismi antistorici che innescherebbero una pericolosa spirale, né salari minimi di Stato che farebbero uscire milioni di persone dalle buone tutele dei contratti». La via, per Sbarra, resta quella «pattizia, dell'estensione dei migliori contratti».

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