Schiacciato da 25mila forme di Grana nel caseificio

L'imprenditore Chiapparini travolto dagli scaffali in magazzino. Corpo trovato dopo 12 ore

Schiacciato da 25mila forme di Grana nel caseificio
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Stava lavorando anche domenica sera, Giacomo Chiapparini. A dispetto dei suoi 75 anni, mentre tanti sono in vacanza, si trovava nel magazzino della sua azienda agricola a Romano di Lombardia, nella Bergamasca. Circondato da pareti di Grana Padano, l'imprenditore si aggirava nel capannone della stagionatura mentre era impegnato su un macchinario utilizzato per spostare le forme. Qualcosa dev'essere andato storto e il 75enne è improvvisamente finito travolto da quelle stesse forme che amava e produceva.

Sono le 21 quando da via Graffignana si leva un fragore sordo e lungo secondi interminabili. Un dipendente che si trova nell'area esterna capisce subito cos'è accaduto: le scaffalature che ospitano 25mila forme di Grana Padano sono crollate. Lui lancia immediatamente l'allarme. La macchina dei soccorsi che arriva sul posto è imponente: 21 unità dei vigili del fuoco con le squadre di Bergamo, Treviglio, Romano e Dalmine, oltre ai soccorritori del 118 e a una squadra dell'Usr inviata direttamente dall'Agenzia regionale di emergenza e urgenza. Il corpo dell'imprenditore viene recuperato solo ieri mattina alle 8.45, dopo oltre 12 ore di esplorazione nel mare magnum di formaggi. «Effetto domino», ripetono in tanti in queste ore nella Bergamasca.

Le indagini su cosa sia accaduto domenica sera all'interno del capannone sono in corso, ma al momento l'ipotesi più accreditata è prima il cedimento di una scaffalatura, poi il crollo di tutte le altre che non hanno lasciato scampo a Chiapparini. L'imprenditore è morto facendo quello che amava. La sua azienda produce Grana dal 2006, lavorando il latte dei propri animali e commercializzando il formaggio in un punto vendita interno. «Ogni giorno in questo allevamento si mungono 270 quintali di latte per produrre 50 forme, oltre 15 mila forme l'anno». In più di un'occasione la figlia Mary ne ha raccontato la storia, fatta di continuità e tradizione: «Siamo produttori di latte da sempre. Mio padre Giacomo, ultimo di 7 fratelli, ha lavorato per anni con il padre e due fratelli come mezzadro prima di mettersi in proprio, guadagnandosi la prima cascina e un po' di terra». Una tipica storia imprenditoriale italiana di successo.

Nel 1977 Chiapparini decise di mettersi in proprio e con la sua quota di 26 capi bovini, un trattore, un escavatore, mezzo capannone e un po' di terra iniziò la propria avventura. La vita dell'imprenditore era così legata alla sua azienda che le abitazioni della famiglia erano proprio lì, a due passi da quel magazzino nel quale ha esalato l'ultimo respiro.

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