Lo schiaffo del Cts a Crisanti. E a gennaio vaccinazioni al via

Il documento di censura del medico: "Parole gravi, lui incompetente". Speranza: "Campagna senza precedenti"

Lo schiaffo del Cts a Crisanti. E a gennaio vaccinazioni al via

«Comportamenti inopportuni e da censurare». È lo schiaffo del Comitato tecnico scientifico al virologo Andrea Crisanti, dopo le sue esternazioni a proposito dei vaccini anti Covid in arrivo all'inizio del prossimo anno. «In assenza di dati certi a gennaio non farei il vaccino», aveva detto lo specialista prima di aggiungere che «servono dai cinque agli otto anni per sviluppare un vaccino». Tanto è bastato per scatenare una polemica che ha costretto lo stesso Crisanti ad aggiustare il tiro: «Mai stato un no vax, sono sempre stato un sostenitore dei vaccini».

Il dietro front però non è bastato al Cts che, nell'ultima riunione, ha definito queste parole «inaccettabili». La posizione nei confronti del microbiologo è molto dura. «La presenza di Aifa e delle agenzie regolatorie internazionali ci garantisce sulla sicurezza dei vaccini. Tutte le azioni che riguardano i vaccini, in Italia e nel mondo, vengono fatte sotto rigidissimi controlli. Sarebbe opportuno evitare posizioni personali che nulla hanno a che vedere con la scientificità della questione», evidenzia il Comitato. Era stato il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, a chiedere agli scienziati di esprimersi in modo chiaro sulla questione, dopo aver definito le parole di Crisanti «sconcertanti». I componenti del Cts hanno quindi deciso di prendere le distanze dal collega dell'università di Padova, definendo le sue dichiarazioni «gravi», sia per i contenuti «errati» sia per la «superficialità» con la quale sono state pronunciate. Durante la riunione diversi scienziati hanno ribadito la necessità di reagire in modo forte alle parole di Crisanti, sottolineando che «prese di posizione di questo tipo sono inopportune», soprattutto in un Paese «che già di per sé si connota a volte per qualche perplessità, dubbio o ostilità a considerare le strategie vaccinali», come ha precisato lo stesso Locatelli. Per questo è stato deciso anche di formalizzare questa posizione, presa peraltro all'unanimità, mettendo a verbale quando espresso nel corso della seduta. Il direttore generale dell'Agenzia italiana del Farmaco, Nicola Magrini, ritiene che Crisanti fosse stanco e che comunque dovrebbe «chiedere scusa». Per Magrini «si partirà con quantitativi limitati del vaccino, uno, due, tre milioni al mese, a partire da gennaio» e si potrà pensare all'obbligatorietà per i soli sanitari. Una netta presa di distanza da Crisanti arriva anche dal direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti: «L'atteggiamento più sbagliato è quello di essere scettici sul vaccino. La comunità scientifica deve andare avanti insieme. Alcune affermazioni di qualche collega non andavano fatte». Da parte sua, l'infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, chiarisce: «Penso che Crisanti viva la mia stessa insofferenza verso i troppi annunci e i pochi dati pubblicati». «Questo non significa essere pessimisti, ma che se dobbiamo dare un'opinione da medici non sappiamo su che base farlo - aggiunge Galli - se come spero il vaccino AstraZaneca arriverà al Sacco vorrei fare da volontario». Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ribadito massimo impegno sul fronte delle vaccinazioni. «La campagna che arriverà del vaccino Covid si svilupperà verso la fine di gennaio - spiega Speranza - quando si spera che potremo avere le primissime dosi destinate alle categorie più esposte.

Non vi è dubbio che all'ordine del giorno ci sarà una campagna di vaccinazione nel Paese senza precedenti e richiederà un impegno straordinario di tutte le forze in campo».

Ottimista sul tema anche l'immunologa dell'università di Padova, Antonella Viola: «A gennaio avremo molto probabilmente due vaccini efficaci e sicuri».

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